Tangenti al dirigente della protezione civile per appalti Covid, parte il processo a Bari

L'imprenditore Donato Mottola avrebbe consegnato a Lerario 20mila euro nascosti in un pezzo di carne

venerdì 30 settembre 2022
Con la costituzione delle parti, l'ammissione delle prove e il deposito delle liste dei testimoni, ha preso il via ieri dinanzi al Tribunale di Bari il processo a carico di Donato Mottola, imprenditore di Noci accusato di corruzione per una presunta tangente da 20mila euro consegnata all'ex dirigente della protezione civile regionale Antonio Mario Lerario, il 22 dicembre scorso. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la tangente sarebbe stata nascosta all'interno di un cesto natalizio, con un pezzo di manzo pregiato; in cambio - accusa la Procura di Bari - Mottola avrebbe chiesto l'affidamento di appalti legati anche all'emergenza Covid. Per questa vicenda Mottola è stato arrestato il 26 dicembre 2021 ed è tuttora agli arresti domiciliari.

Lo stesso Lerario, dopo un periodo di detenzione in carcere, è attualmente detenuto ai domiciliari; il processo con rito abbreviato nei suoi confronti inizierà il 27 ottobre.

Come ricostruisce l'agenzia di stampa Ansa, a carico di Mottola ci sono, oltre ai tre interrogatori resi dall'imputato, alcune intercettazioni telefoniche. Una di queste, su richiesta del procuratore aggiunto Alessio Coccioli, sarà ascoltata in aula durante il processo. Si tratta della conversazione nella quale l'imprenditore diceva di aver consegnato a Lerario "la manzetta", intendendo un pezzo di carne particolarmente pregiato, e "la mazzetta", cioè i 20mila euro ritenuti dagli inquirenti una tangente.

Tra i testimoni che la difesa ha chiesto di citare figurano anche alcuni attuali ed ex dirigenti regionali, tra i quali lo stesso Lerario. Nella prossima udienza del 10 novembre saranno citati i primi sei testimoni dell'accusa, i finanzieri che hanno condotto le indagini. Nel processo è costituita parte civile la Regione Puglia.