Stati generali Cgil Puglia, Landini: «Sud tema centrale per l'Italia». Catalfo: «Ripartono assunzioni»

Il segretario generale: «Fare una riforma del sistema scolastico. Referendum? Libertà di coscienza». Il ministro del Lavoro: «Smart working? Incontrerò i sindacati»

giovedì 3 settembre 2020 10.40
A cura di Riccardo Resta
Hanno aperto i battenti questa mattina, nel teatro Petruzzelli di Bari, gli "Stati generali" della Cgil Puglia, il congresso che la segreteria regionale del sindacato ha convocato per fare il punto sull'economia e la ripartenza ai temi del Covid-19.

Primo ospite è stato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha detto: «Un momento importante, in cui la Cgil rilancia con forza l'idea che per far ripartire il Paese c'è bisogno di investire nel Mezzogiorno. Questo è il punto centrale per la rinascita dell'Italia; serve una politica finalmente coordinata, progetti precisi, investimenti su lavoro, infrastrutture, qualità e innovazione. Serve investire sullo stato sociale e sulla sanità. C'è un'interlocuzione col governo perché è il momento che i soldi europei vengano spesi rimettendo al centro la qualità del lavoro e della vita sociale delle persone».

Il segretario Cgil ha continuato: «Ci aspetta sicuramente un autunno impegnativo; dalla pandemia purtroppo ancora non siamo fuori. Il Covid ha fatto emergere le fragilità e le diseguaglianze. Dobbiamo cambiare tutto, rimettere al centro i bisogni delle persone, a partire dal lavoro: basta precarietà. Serve fare investimenti sulla sanità, perché la pandemia ha fatto vedere che i tagli su sanità e prevenzione li abbiamo pagati cari. Questo è un terreno d'investimento sicuro. Allo stesso tempo c'è bisogno di affrontare i temi di un nuovo modello di sviluppo. Fondamentale è l'attenzione all'ambiente; se pensiamo all'accelerazione che la tecnologia digitale ha avuto, questo pone un problema di investimento sulla formazione e sulla scuola».

Proprio sul tema della scuola, Landini lancia una stoccata: «Per quello che ci riguarda, è il momento di riaprire non solo le scuole alla svelta, ma di fare una riforma del sistema scolastico - ha continuato il numero uno Cgil. Ci vogliono asili nido per tutti, bisogna rendere obbligatoria la scuola da 3 a 18 anni. Contemporaneamente, bisogna far diventare il diritto alla formazione soggettivo, che ognuno di noi deve avere garantito per tutta la vita. Questo significa avere un coordinamento; non possiamo avere 21 politiche sanitarie, 21 politiche industriale. Nel rispetto dell'autonomia regionale, è il momento di avere una politica sanitaria e industriale nazionale. È il momento delle scelte, altrimenti questo è impossibile».

«Il problema della apertura delle scuole - ha detto ancora Landini - sicuramente è un passaggio molto delicato. Senza alcuna polemica, ma ci sono dei ritardi che si sono accumulati, bisogna lavorare per risolverli. E quando dico che il problema della scuola non è solo la riapertura è perché ci sono nodi che in passato non sono stati affrontati. Basta ricordare che il 50 per cento delle nostre scuole è stato costruito prima del 1970, che il 50 per cento delle nostre scuole in zone sismiche, in tanti posti non ci sono e quindi non hai neanche le condizioni per fare il tempo pieno. Quindi è il momento di utilizzare le risorse europee per fare davvero un piano di manutenzione, di ricostruzione e quindi credo che questo sia il punto».

Sulla ripartenza dell'economia, Landini ha proseguito: «Per quello che riguarda la ripresa sicuramente i dati peggiori risalgono ai mesi più pesanti che abbiamo vissuto aprile e maggio, momenti davvero difficili. Sicuramente luglio agosto i dati indicano una ripresa e che questa sia nell'autunno duratura è tutto da vedere perché ci sono una serie di settori che sono stati pesantemente colpiti e in più siamo di fronte a un quadro internazionale che ci indica una situazione difficile. È chiaro che è il momento di decidere gli investimenti, è il momento non di pensare a che cosa succede fra due mesi ma è il momento di pensare a che cosa succede fra cinque o sei anni con le scelte che fai adesso nei termini di investimenti e di azioni. Noi stiamo rivendicando per quello che ci riguarda che il Governo ci coinvolga e in più, lo diciamo anche alle imprese a Confindustria è il momento anche di rinnovare i contratti nazionali di lavoro, non di bloccarli. È il momento di garantire i diritti a tutti quindi è il momento di un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori che tuteli tutte le forme di lavoro, è il momento di un sistema di ammortizzatori sociali nuovo che eviti la competizione tra persone e la precarietà che ci sono stati fino ad adesso e queste sono le rivendicazioni che abbiamo messo in campo e o abbiamo delle risposte o decideremo anche quali iniziative agire. Noi come Cgil Cisl e Uil proprio il giorno 18 settembre in tutte le regioni e in tante città organizzeremo una giornata di mobilitazione proprio per avanzare le proposte con cui il mondo del lavoro chiede di cambiare il nostro Paese».

Landini conclude sul referendum costituzionale: «Come Cgil proprio ieri abbiamo assunto la decisione di non dare alcuna indicazione di voto e di lasciare liberi i nostri scritti di usare la propria testa».

Presente anche il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, che spiega: «È necessario ripartire dal lavoro. Abbiamo avuto un calo del lavoro durante il lockdown, ma ora secondo i dati in possesso del Ministero stanno ripartendo le assunzioni. I dati della Puglia sono positivi, anche in virtù di stagionali e lavoratori degli stabilimenti marittimi. Ovviamente non basta, c'è bisogno di una politica del lavoro che faccia ripartire le assunzioni, investendo su competenze e formazione. Smart working? Abbiamo fissato un incontro a fine mese con i sindacati. Lo smart working è stato molto utile nella fase di emergenza, ci ha consentito di mantenere i posti di lavoro. Visto il grande utilizzo, però, va fatto un punto della situazione. Affronteremo temi specifici come il diritto alla disconnessione. Cassa integrazione? La riforma è in atto, ho nominato una commissione di 5 esperti che stanno lavorando. Arriveremo a uno studio e a un'analisi già nei prossimi giorni, e a fine mese metteremo su una riforma degli ammortizzatori sociali. L'ottica è quella dell'universalismo, perché tanti lavoratori e tante imprese erano fuori dalla cassa integrazione. Abbiamo una prospettiva di politiche attive, investire nella formazione del lavoratore in modo che segua la riorganizzazione aziendale. Ci sarà una differenza fra l'ammortizzatore sociale destinato a un'azienda con prospettiva futura e quella che si trova in un momento di chiusura, che ha bisogno di un altro tipo di intervento».