Criminalità minorile in aumento, il procuratore De Salvatore: «Educare anche i genitori»

I dati parlano di una situazione simile in tutta Italia e in tutta Europa, fondamentale la prevenzione

mercoledì 6 marzo 2024 10.44
A cura di Elga Montani
I dati sulla criminalità minorile sono in aumento, e le situazioni di disagio dei minori spesso sfociano in violenza. Il procuratore dei minorenni di Bari, Ferruccio De Salvatore, fa il punto della situazione a margine della presentazione ieri mattina del rinnovo del protocollo che permetterà al progetto Pim - Pronto Intervento Minori di andare avanti.

Procuratore De Salvatore, qual è il quadro in cui vi trovate ad operare?

C'è una recrudescenza di criminalità minorile e i dati sono in aumento. Purtroppo, registriamo reati contro la persona reati, contro il patrimonio, reati in materia di sostanze stupefacenti e soprattutto abbiamo giovani che quando commettono dei delitti lo fanno con particolare aggressività per non dire cattiveria. Qui si pone poi il problema di intercettare le ragioni del loro malessere e di intervenire, innanzitutto, sotto un profilo educativo e di sostegno poi delle famiglie, perché molto spesso i figli sono il prodotto dei loro genitori.

Con il Pim nel 2023 sono stati gestiti 116 fascicoli per un totale di 140 minori, quali le problematiche principali?

Le segnalazioni sono numerose, tra queste abbiamo moltissimi casi di violenza intrafamiliare, e in questa ipotesi lavoriamo di concerto con la procura ordinaria perché se da un lato bisogna tutelare il minore dell'altro lato bisogna tutelare che le esigenze investigative nei confronti dell'autore della violenza. Inoltre, abbiamo casi di conflittualità familiare, di incapacità educativa, di dispersione o evasione dell'obbligo scolastico, e non possiamo dimenticare la conflittualità tra genitori separati che usano il bambino come uno strumento di rivalsa dell'uno nei confronti dell'altro. Tutti segnali o spie di un malessere molto importanti.

A Bari spesso si parla di baby gang, e di aggressioni di gruppi di ragazzini ai danni dei coetanei. Quali sono le situazioni per le quali si sconfina nel penale?

Ci sono in città minori che si uniscono occasionalmente, in quanto non siamo riusciti a provare a Bari l'esistenza di organizzazioni vere e proprie di adolescenti che hanno un piano criminoso. Questi gruppi che si uniscono occasionalmente sono fatti sia di ragazzi che di ragazze per commettere reati, piccole rapine ai danni di coetanei, per il semplice piacere di percuotere, o per il gusto di dimostrare la propria forza e la propria supremazia.

Che risultati reali può avere un progetto come il Pim sulla vita dei minori e sul loro futuro?

I risultati a mio parere sono già notevoli, perché a dispetto di quello che è l'incremento della criminalità minorile e del disagio minorile in tutta Italia e nel mondo, qui a Bari noi lavoriamo moltissimo grazie al pronto intervento minori sulla prevenzione. Ovviamente, i risultati in concreto sulla vita di un bambino e sul cambiamento del suo futuro, oltre che sui rischi che evita quotidianamente grazie a un intervento tempestivo o la capacità di intercettare quelli che possono essere i precursori del suo malessere, si vedranno nel tempo. L'impegno proseguirà, non a caso il pronto intervento minori è stato inserito tra le buone prassi in Italia e il mio auspicio è che diventi un punto di riferimento anche per altri comuni in cui vi sono sacche di malessere minorile particolarmente accentuate e che necessitano di interventi particolarmente tempestivi.

Cosa si può fare di più per aiutare i giovani ed evitare che finiscano per commettere atti criminali e nel circuito penale?

Da un lato la scuola deve lavorare in modo sempre più incisivo, guadagnando di nuovo autorevolezza, dall'altro lato bisogna lavorare sulle famiglie, incrementando le politiche sociali a loro supporto e sostegno, seguendo anche i genitori. Molto spesso quando si creano progetti a sostegno dei ragazzi ci sono attività educative imposte ai genitori, corsi di sostegno alla genitorialità, sostegno psicologico, educativa domiciliare che vale per i minori ma anche per i genitori. Ci si scontra con sacche di grande malessere, non soltanto materiale ma anche culturale.