Bari Torre a Mare, la rabbia dei commercianti: «Sembra che siamo diventati tutti delinquenti»

La notizia del suicidio di Franco di "La Cambusa" ha destato sconcerto e preoccupazione tra i ristoratori dopo i diversi sequestri degli ultimi mesi

domenica 10 febbraio 2019 22.14
A cura di Elga Montani
Rabbia e sconcerto ha destato a Bari la notizia della morte di Franco titolare del ristorante "La Cambusa" a Torre a Mare. Diversi commercianti nel pomeriggio di ieri avrebbero anche voluto organizzare una fiaccolata per tenere alta l'attenzione, ma nulla si è più fatto per non urtare la sensibilità della famiglia in un momento tanto delicato in cui ogni cosa può sembrare una strumentalizzazione. Ma sono tante le domande che la morte di Franco si porta con sé. specialemente dopo gli ultimi mesi in cui diversi sono stati i controlli nella zona, a partire dalla Guardia Costiera che in diverse occasioni aveva sequestrato i gazebo dei locali accusando il proprietario di abuso edilizio in quanto gli stessi non autorizzati, fino ad arrivare pochi mesi fa alla chiusura di un ristorante anche per il pesce mal conservato.

«Siamo al punto che sarebbe necessario prendere delle decisioni forti contro la pubblica amministrazione, altrimenti non è possibile andare avanti - dichiara Nicola, titolare di "Le Rune" - Oggi si parla della cosa per via di quanto accaduto, ma tra una settimana nessuno ne parlerà più per cui è necessario agire ora. I commercianti dovrebbero poter vivere una vita tranquilla, e invece sembra che siamo diventati tutti dei delinquenti. Il sindaco abita qua ma non può muoversi molto se non viene additato di fare favoritismi, ma il contesto non riguarda solo lui ma tutti gli enti locali che devono necessariamente insieme fare un regolamento che sia applicabile a tutti oppure non si va avanti e si arriva ai gesti come quello di Franco, perché si è giunti al limite della sopportazione umana. Siamo in uno stato di tale tensione che non ci sentiamo tranquilli a muoverci in nessun modo».

«La situazione è molto delicata - sottolinea Donato Cippone, difensore del commercio di prossimità con il Comitato "Stop Centri Commerciali" - C'è tanta rabbia, nessuno avrebbe mai pensato che Franco potesse arrivare a tanto. Accusare di abuso edilizio i ristoratori per i gazebo quando accadono situazioni molto peggiori sembra assurdo. Il paradosso di questa città è che chi mette due pali di legno si becca un'accusa di abuso edilizio, mentre il comune per altre situazioni sembra non fare nulla»