Bari, per la piscina comunale servono 3 milioni. Scatta la petizione online

Lavori urgenti sulla vasca esterna ne stanno impedendo la riapertura, l'appello al sindaco Decaro

venerdì 12 giugno 2020 15.37
A cura di La Redazione
Il post Coronavirus per lo stadio del nuoto di Bari non ha significato riapertura. Se la maggior parte delle strutture con le dovute precauzioni hanno ripreso la loro attività, le cosiddette piscine comunali invece sono ancora chiuse al pubblico. La stagione estiva si sta cercando di attivarla presso un lido vicino. Il perché sta nella necessità di mettere a posto la struttura. Sembra siano necessari 3 milioni di euro per i lavori necessari. E i cittadini hanno allora lanciato una petizione tramite la piattaforma online change.org, indirizzata al sindaco Decaro, e promossa dal gruppo Facebook Cloro a Colori che in poche ore ha raggiunto quasi le 400 sottoscrizioni.

«Da quest'anno, la piscina scoperta da 50 metri dello Stadio del Nuoto di Bari è stata chiusa per lavori di manutenzione straordinaria - scrivono - Si paventa l'ipotesi di una demolizione e ricostruzione per un impianto più moderno e versatile. Si parla di anni prima che il nuovo impianto sia pronto. Sappiamo la fine che molti impianti natatori pubblici hanno fatto nella nostra regione quando sono sopravvenuti problemi di vario genere: sono stati completamente abbandonati creando danni incalcolabili alla comunità sportiva (solo per citarne qualcuno: piscine comunali di Modugno, Altamura, Molfetta, Andria, ecc.). La piscina comunale di Bari da 50 metri, e la gestione degli ultimi anni dell'impianto nel suo insieme, è un fiore all'occhiello della Puglia, è strategica e centrale per tutto il movimento acquatico e per lo sport pugliese più in generale. Si pensi a Di Liddo, Pilato, De Tullio: atleti della nazionale italiana che si allenavano anche in questa vasca. Loro sono solo la punta di diamante di un movimento che ha raggiunto una qualità impensabile sino a qualche anno fa. Ad oggi l'amministrazione comunale di Bari non ha fatto alcun passo concreto per la soluzione del problema anche se l'inagibilità dell'impianto è nota da parecchi mesi e ben prima dell'emergenza COVID-19».

La richiesta fatta al sindaco e all'amministrazione comunale è chiara, ovvero un cronoprogramma e un progetto certo, che permetta che i lavori non siano solo una chimera ma qualcosa di concreto e soprattutto ben fatto. «Lo sport non e' un gioco: fare i lavori prestissimo e benissimo è un dovere e ogni giorno sprecato è una spallata mortale ad un movimento vitale e in grande crescita che rischia di essere sepolto dalle carte della burocrazia», concludono.