Assemblea Anci, Decaro: «Per battere il virus le istituzioni siano unite»

Il presidente dell'associazione comuni e sindaco di Bari: «Ripartiamo chiedendo scusa per le nostre mancanze»

martedì 17 novembre 2020 18.33
«I cittadini possono sconfiggere il virus stando distanti, ma per noi istituzioni l'unica possibilità di sconfiggerlo è stare uniti. Senza distinzioni politiche, ideologiche, territoriali». Lo ha detto il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, aprendo l'assemblea nazionale dell'associazione.

«Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri figli, al nostro Paese. Ma lo dobbiamo ancora di più – ha sottolineato Decaro - a medici, infermieri, operatori sanitari e volontari che in questi mesi stanno dando al nostro Paese la loro vita, mostrandoci ogni giorno, dietro le tute ingombranti e le mascherine asfissianti, il significato delle parole: sacrificio, dedizione, professionalità e responsabilità».

«Spesso - ha insistito Decaro richiamando tutti alla responsabilità e all'unità - sembriamo tutti come Penelope, perché nel continuo gioco di rimpalli e scarica barile, ciò che di giorno a fatica riusciamo a costruire, di notte ci affrettiamo a demolire. Così la nostra irresponsabilità e i nostri egoismi, i nostri tatticismi, le nostre polemiche, la nostra ossessiva ricerca di un effimero consenso, demoliscono gli sforzi e il lavoro che si compiono negli ospedali, nei laboratori di ricerca, nelle case e nelle vite di quelle persone che da febbraio scorso sono chiamate a rinunce e sacrifici».

Decaro cita Antonio Gramsci e sprona tutti ad «Avere la forza e il coraggio di essere protagonisti della ripartenza dell'Italia». Chiudendo il suo intervento alla 37esima assemblea nazionale dei sindaci, Antonio Decaro auspica «Un rinnovato spirito di comunità e solidarietà» e invita i colleghi a ripartire «Chiedendo scusa, umilmente, per le nostre mancanze, diventando, noi per primi nella nostra azione quotidiana, esempio per tutti quei cittadini che oggi hanno paura e non hanno fiducia nel futuro di questo Paese».

Il presidente dell'Anci invita dunque a chiedere «Scusa a tutti i medici e al personale sanitario se non abbiamo una risposta all'altezza dei loro turni massacranti e della loro stanchezza, a tutti ai bambini e alle bambine delle scuole italiane, e alle loro famiglie, se li abbiamo costretti a scegliere tra due diritti fondamentali e inalienabili, come quello all'istruzione e quello alla salute, ai malati, costretti a vivere un doppio dolore, quello della malattia e quello, a volte peggiore, della separazione dai propri affetti, agli imprenditori. Chiediamo scusa noi sindaci, a nome di tutta la classe dirigente italiana. Perché siamo abituati a prenderci anche le responsabilità di altri. Chiediamo scusa – insiste - perché non ci siamo mostrati adeguati a fronteggiare questa maledetta pandemia».

Questa – avverte Decaro – «Non è una resa. La nostra non è una sconfitta. L'Italia non si arrenderà. Tornerà l'Italia. E sarà più bella e più forte di prima. Noi ce la stiamo mettendo tutta».