Appalti truccati in Puglia, indagato l'ex assessore regionale Caracciolo

Conclusa l'inchiesta della Procura di Bari a carico di nove persone. L'accusa è di corruzione

martedì 19 novembre 2019 19.51
Si è conclusa l'indagine della Procura di Bari in merito ad alcuni presunti appalti truccati in Puglia. Sotto la lente d'ingrandimento della magistratura barese ci sono nove persone, tra le quali il consigliere regionale ed ex assessore regionale all'Ambiente Filippo Caracciolo. Le accuse per tutti a vario titolo sono di concorso in turbativa d'asta, corruzione e falso.

L'inchiesta fa riferimento a due presunte gare d'appalto truccate; una per la costruzione di una scuola a Corato e l'altra per la realizzazione di un impianto per trattamento rifiuti ad Andria.

Lo stesso Caracciolo rimise le deleghe da assessore già a febbraio 2018, quando ricevette l'avviso di garanzia da parte della magistratura barese.
Nell'inchiesta, coordinata dalla pm Salvina Toscani, sono indagati, oltre Caracciolo, l'ex direttore generale di Arca Puglia, Sabino Lupelli, gli imprenditori Massimo e Amedeo Marino Onofrio Manchisi, il dirigente comunale di Barletta Donato Lamacchia, gli imprenditori Alessandro Ermini e Rossano Dell'Innocenti, l'ex direttore generale di Amiu Puglia Antonio Di Biase, Il dirigente tecnico dell'Aro 2 Bat dei Comuni di Andria, Minervino Murge, Spinazzola e Canosa di Puglia Antonio Dibari.

All'origine dell'indagine chiusa oggi dalla Procura di Bari un procedimento su un presunto giro di mazzette che sarebbero state pagate in cambio di appalti dell'Arca Puglia, (agenzia regionale che gestisce gli alloggi popolari). In quel processo l'ex direttore generale di Arca Puglia Sabino Lupelli e l'imprenditore Massimo Manchisi patteggiarono la pena.