Ciro Polito
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Calcio

Polito ai tifosi: «Uniamoci di più»

Conferenza stampa a sorpresa del direttore sportivo del Bari

Doveva esserci Beppe Iachini, come di consueto al venerdì quando il Bari gioca in casa, invece a sorpresa in sala stampa si è presentato Ciro Polito, il direttore sportivo finito nell'occhio del ciclone delle critiche dei tifosi biancorossi, che a più riprese lo hanno accusato di aver cancellato quanto di buono fatto nei due anni precedenti.
Queste in sintesi le sue dichiarazioni.

PARTITA FONDAMENTALE
«Sono qui perché quella di domani è una partita importantissima. Dobbiamo resettare tutto, aumentare le forze, compattarci, perché se abbiamo la classifica attuale ce la meritiamo. Un pizzico di paura mette giusta pressione ai giocatori, ma faccio un appello alla città che ci ha dato sempre grande supporto. Mi sento come un genitore e tutti noi genitori diamo una educazione ai figli uguale per tutti. Con qualcuno ti riesce, con altri no. Ed il Bari è figlio di questa città, quei colori ce li avete attaccati addosso e mi sento anche io legato alla città. Diciamo che un Bari che non è nato fortunato e che oggi è in difficoltà. Ecco, come con un figlio, che facciamo lo abbandoniamo nella difficoltà? Dobbiamo salvaguardare il patrimonio della città che è la categoria. Poi alla fine saremo qui a prenderci responsabilità. Uniamoci di più, stiamo più insieme. Bisogna fare una partita come abbiamo fatto a Catanzaro e Venezia in determinati momenti e portare a casa il risultato».

GUARDARSI DIETRO IN CLASSIFICA
«Ormai mi ha stancato parlare di playoff. Se vinciamo, andiamo in zona playoff. No, ecco, mi ha stancato. Se perdi sei in pericolo e non va bene. Dobbiamo guardarci dietro».

LA ROSA
«Questo per me è un Bari forte, poi vedi dove si trova e pensi non lo sia. Ma non di certo perché mancano i giocatori. Io penso che a gennai abbiamo preso una punta tra le più quotate in categoria. Per ora non ha reso, ma Puscas lo prenderei altre cento volte. I risultati non collimano con il mio pensiero iniziale. Se ti chiami Palermo o Como che spendono 5 milioni per un calciatore, allora è più semplice... Noi siamo una società che non ha un euro di debito e cerca di costruire per il futuro. La categoria è diventata milionaria per ciò che riguarda diversi club. Dobbiamo essere bravi a costruire, penso in due anni di aver portato identità ed un patrimonio da valorizzare».

B CAMPIONATO COMPLESSO
«Con due partite sei sopra e con due perse sei sotto. A parte le prima sei squadre che stanno facendo un altro campionato e le ultime tre forse, dalla settima alla quintultima possono tutti andare ai playoff o cadere nei playout. Cerchiamo di mettere al sicuro la categoria e poi noi siamo a disposizione per tutto e pronti ai processi».

AVERE IL SANGUE AGLI OCCHI
Avere o no la mentalità di chi si deve salvare, adesso non conta. Dobbiamo avere il sangue agli occhi, anche se non siamo invischiati nei playout. Dobbiamo dare quel qualcosa in più che sin qui è mancato. È stata dura per chi è rimasto: si andava in campo sempre con la stessa immagine e la stessa paura. Ho detto "le squadre si creano prima all'interno dello spogliatoio" non perché non ci sia, ma i risultati dicono altro. La realtà è che ogni volta che avremmo dovuto fare il salto di qualità, questa squadra è mancata».

BILANCIO POSITIVO IN TRE ANNI
«Ho sempre avuto carta bianca dal presidente. Se guardo a questi tre anni, penso di aver fatto più cose positive e negative. Quando andrò via di qua, chi arriverà potrà dire "Caspita che lavoro è stato fatto!". Credo che un bravo direttore deve lasciare patrimonio fatto di giovani e sostenibilità».

PIANO TRIENNALE
«Le chiacchiere stanno a zero. Questa per me è una squadra che ancora non è squadra, i risultati dicono questo. Siamo stati un po' sfortunati ed evidentemente ci sono dei limiti. Sul futuro e sul famoso piano triennale cercheremo di blindare la categoria e poi si vedrà su chi si può tentare di costruire, cercheremo su quelli che si sono fatti trovare pronti. E si costruirà insieme a Iachini almeno che non succeda l'Apocalisse».

MARINO E IACHINI
«Marino ha cercato di dare una impronta chiara alla squadra e ci ha fatto divertire a sprazzi. Ma poi era calata l'attenzione e l'intensità ed è stato inevitabile prendere altre strade. Iachini può fare qualsiasi modulo con questa rosa, sono cose che riguardano lui, decide lui, non devo certo dirgli quello che si può».

NESSUN CALCIATORE AL MARGINE - DI CESARE A VITA ANCHE DA DIRIGENTE
«Io non ho mai cacciato nessuno qua. Frattali, ad esempio. Quando arrivò Caprile, gli dissi "se mantiene le promesse, tu hai 37 anni e mi devi dare una mano". Così lo abbiamo accontentato cambiando il contratto e lui a fine stagione ha scelto di andare via. Per lui c'erano sempre le porte aperte. I calciatori che hanno dato tanto, noi li riconosciamo. Così Di Cesare quando smetterà potrà restare con altro ruolo fin quando vuole, almeno sino a quando ci sarò io. Mirco (Antenucci) uguale: mi aveva detto che gli andava bene quanto proposto. Poi ne ha avuta un'altra ed ha scelto diversamente».

ATTACCANTI
«Il problema non è tanto non avere un attaccante che fa tanti gol, quanto non avere distribuzione dei gol. Più giocatori partecipano in fase offensiva, più i gol sono distribuiti. Una cosa manca al Bari e non solo al Bari: i gol da calci da fermo, che nel calcio moderno contano tanto. Abbiamo fatto pochissimi gol da calcio da fermo. Sfruttiamo poco gli episodi ed i dettagli fanno la differenza, dobbiamo portarli dalla nostra parte. Poi copriamo poco l'area e l'allenatore sta lavorando per portare più gente in area».










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