Beppe Iachini
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Calcio

Le parole di Iachini alla vigilia della partenza per Bolzano

Il tecnico biancorosso ha anticipato la conferenza stampa di 24 ore

Si giocherà sabato 24 febbraio la 26ª giornata del campionato di serie B. Il Bari sarà impegnato a Bolzano contro il Sudtirol ed anticiperà la partenza per il capoluogo altoatesino per preparare al meglio una sfida dal tasso di difficoltà elevato.
Mister Beppe Iachini ha dunque anticipato la sua conferenza stampa al giovedì. Di seguito la sintesi delle sue dichiarazioni.

NESSUNA DIFFERENZA TRA CASA E TRASFERTA
«Ciò che voglio io è che il Bari non sia diverso tra casa e trasferta. Non voglio vedere differenze tra squadra che gioca in casa ed in trasferta se vuoi puntare in alto. Dobbiamo migliorare di giorno in giorno, approfondire conoscenze in fretta anche con video, sia per la fase difensiva ma anche per la fase offensiva».

RIPETIZIONE DEI CONCETTI PER CRESCERE
«Siamo ancora alle elementari per quel che riguarda la studio e la crescita. Sono convinto possiamo migliorare molto, stiamo lavorando anche sulle palle in attive dove abbiamo ulteriore margine di crescita. La mia è la cultura del lavoro e della ripetizione dei concetti. A prescindere dai moduli, stiamo preparando anche qualche alternativa. Vediamo di volta in volta quale risposta la squadra riesce a dare. Contano però la mentalità e la personalità, che si giochi in casa o in trasferta. Voglio, pretendo siano rapidi nel recepire i miei concetti perché non abbiamo tempo».

MORACHIOLI E GLI ESTERNI
«Morachioli giocava così anche lo scorso anno. Non è che cambino le cose se gioca dieci metri più interno. A Palermo spostai Belotti da punta centrale e mi pare abbia fatto una ottima carriera. Eder a 20 anni giocava esterno, poi è andato all'Inter da attaccante. Contano i movimenti di squadra, organizzati, conta come vai a braccare ed attacchi la porta nella parte centrale e laterale. E su questo abbiamo grandi margini di miglioramento, ma voglio che si cresca in fretta perché gli smarcamenti non sono come io vorrei, ma ritengo sia normale sia così, perché siamo insieme da 12-13 giorni».

AL POSTO DI MAITA
«Per me sono tutti uguali, io guardo il campo. Guardo chi è un attimino un po' più avanti sotto l'aspetto della continuità. Valuto queste cose. In partenza devo valutare il percorso di ogni calciatore, come sono le sue condizioni fisiche. In questa fase viene molto prima proprio il discorso fisico. Karlo è stato fuori tanto tempo, ma ne devo parlare con lo staff medico. Parleremo anche con Acampora e Bellomo, ma sono convinto che chiunque andrà in campo farà la sua partita. I ragazzi sanno quello che devono fare».

NON SOLO GRINTA. PER VINCERE CI VUOLE ORGANIZZAZIONE
«Io ho fatto il mediano una vita, anzi ho fatto una vita da mediano. Quindi in me vedono un allenatore grintoso, uno che fa andare in campo una squadra in una certa maniera... e questo è vero. Però penso il lavoro che stiamo facendo punta molto all'aspetto tattico, alla linea difensiva e di centrocampo, con gli attaccanti. Si punta tanto sull'organizzazione del gioco di squadra. I campionati non si vincono solo se hai grinta. Se non sei organizzato diventi sparagnino e magari invece di vincere, pareggi. Oggi con i 3 punti tutto questo non ha senso. Ho costruito con le mie squadre le risalite in A o le rimonte con mentalità adeguata, con organizzazione nelle due fasi, con giocatori che devono scendere in campo con mentalità giusta. Questo sto cercando di trasmettere per cercare di essere più efficaci in fase di non possesso e con la palla. Il mio DNA è grintoso, ma io faccio tanto lavoro, anche video, a livello tattico».

RENDIMENTO ESTERNO
«In trasferta presi 16 gol e fatti 12? Ehh, è dura portare a casa così il risultato. Io penso alla fase offensiva come a quella difensiva. A Palermo abbiamo fatto record di 21 vittorie fuori, 20 a Chievo. Se non dai atteggiamento giusto, la squadra non la prende da sola. E poi devi avere organizzazione tale da essere solida, compatta. Ho chiesto per questo ai ragazzi di imparare in fretta per diventare uno dei migliori attacchi ed una delle migliori difese. Non dobbiamo subire eventi esterni, fattori ambientali. Non voglio "se" e "ma". Ciò che è accaduto prima del mio arrivo, io non lo voglio sapere. Voglio vedere che risposte arrivano dal campo e le voglio a livello di personalità. Verranno tanti tifosi anche a Bolzano e sono curioso di capire le risposte dei miei calciatori».

L'AVVERSARIO
«Il Sudtirol ha vinto Venezia, a Catanzaro stava per farne un altro e avrebbe vinto. È un'ottima squadra, poi a gennaio sono arrivati calciatori come Molina, Kurtic e qualche altro e giocatori per questa categoria. Stanno facendo un ottimo lavoro e mi aspetto risposte dai ragazzi anche sotto questo aspetto: andare lì e fare la nostra partita».

UN PASSO ALLA VOLTA
«Sono abituato a pensare una partita per volta e guardo un avversario per volta. Prepariamo una partita per volta. L'allenatore studia una prima partita, poi una seconda. Mi aspetto atteggiamento giusto, non accetto nessuna scusante. Non stiamo facendo le corse in bicicletta o in moto dove ce n'è uno solo. Ne abbiamo 24 e ciascuno si deve far trovare pronto e dobbiamo sviluppare le cose che proviamo durante la settimana. Playoff? Io non sono abituato a fare calcoli. Quando diventeremo una squadra al 200% andremo a fare questi discorsi».

MENEZ
«Poverino Jeremy (Menez) che ha dovuto fare un crociato artificiale per tornare il prima possibile. Anche Del Piero quando si è rotto il crociato, per ritornare il vero Del Piero ci ha impiegato un anno. Io non possono aspettare un anno e stiamo cercando di fargli fare lavori specifici, sia sotto l'aspetto fisico, ma anche da quello tattico. In questo c'è bisogno di tanto lavoro e lui lavora bene durante la settimana. Valuteremo di volta in volta eventuali problematiche. Ci aspettiamo tanto anche da lui».

ATTEGGIAMENTO GIUSTO ANCHE DAI PANCHINARI
«Chi sta in panchina non entra con rabbia? Ah se non entrano così, peggio per loro! Non transigo, è un discorso che ho fatto a tutti, non facciamo scherma, non è uno sport individuale, ma di squadra. Non voglio vedere nessuno ciondolare col capo. Con cinque cambi chi entra può diventare determinante e può spostarti il livello della partita in negativo ed in positivo».

OK LE SFIDE, MA SE PARTISSE DALL'INIZIO DELLA STAGIONE...
«Mi caricano sfide come questa, l'ho già detto. Vorrei far ritornare il sole a Bari. Sono contento per questo cose qui, ma magari qualche volta vorrei programmare, non arrivare in corsa. Le prime quattro-cinque in B hanno gli allenatori che sono tutti quelli che hanno fatto due anni di lavoro».
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