Servizio pulizia nelle scuole, in Puglia in 200 restano senza lavoro
Fuori dalla stabilizzazione in tutta Italia 4 mila dipendenti, sindacati sul piede di guerra: «Scelta precisa del Miur e del Governo»
sabato 29 febbraio 2020
16.08
Sono 4 mila in tutta Italia (circa 200 in Puglia) i lavoratori e le lavoratrici che dal primo marzo non avranno un lavoro a seguito dell'esclusione dal processo di internalizzazione dei servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane.
È questo il drammatico epilogo della due giorni di trattativa al Ministero del Lavoro per esaminare e ricercare soluzioni alternative ai licenziamento, una conclusione drammatica per un intero paese che riscontra il fallimento di una vertenza tra le più gravi, per numero di famiglie coinvolte, vissute negli ultimi anni. Per i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti: «Non è stata una situazione di crisi o la mancanza di lavoro a determinare i licenziamenti ma una scelta precisa del Miur e del Governo».
«Di fatto - sottolineano i sindacati - non è stato avviato alcun confronto di merito per una precisa volontà del Governo, sordo alla richiesta di farsi carico complessivamente della vertenza come le Organizzazioni Sindacali chiedono da mesi; del Miur che non si è interessato concretamente a trovare soluzioni anche per i 4 mila lavoratori che da anni lavorano nelle scuole e ieri sera ha abbandonato la riunione; delle imprese che da irresponsabili hanno interrotto un confronto volto a ricercare ogni possibile soluzione per tutti i soggetti coinvolti che andassero oltre il proprio esclusivo interesse economico; dal Ministero del Lavoro che ha dichiarato di non avere soluzioni immediate e concrete da proporre».
«Si è scritta un'altra brutta pagina per il mondo del lavoro - ribadiscono - dove sempre più spesso, per la mancanza di assunzione di responsabilità della politica e delle imprese, si sacrificano la dignità e il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori. A questa condizione le organizzazioni sindacali rispondono che nessuno può sottrarsi dalla responsabilità e metteranno in campo le iniziative necessarie fino a quando non saranno trovate le soluzioni per dare continuità occupazionale e di reddito a tutti».
Con una nota successiva all'incontro, inoltre i sindacati comunicano: «La messa a disposizione delle lavoratrici e lavoratori, vostri dipendenti, a prestare l'attività lavorativa a far data dal 1 marzo 2020». Inoltre, sottolineano che le sigle sindacali: «Nell'ipotesi di perdita di salario arrecata ai dipendenti, contesteranno per via giudiziale tale provvedimento, anche dando assistenza legale alle lavoratrici e lavoratori per eventuali danni procurati».
È questo il drammatico epilogo della due giorni di trattativa al Ministero del Lavoro per esaminare e ricercare soluzioni alternative ai licenziamento, una conclusione drammatica per un intero paese che riscontra il fallimento di una vertenza tra le più gravi, per numero di famiglie coinvolte, vissute negli ultimi anni. Per i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti: «Non è stata una situazione di crisi o la mancanza di lavoro a determinare i licenziamenti ma una scelta precisa del Miur e del Governo».
«Di fatto - sottolineano i sindacati - non è stato avviato alcun confronto di merito per una precisa volontà del Governo, sordo alla richiesta di farsi carico complessivamente della vertenza come le Organizzazioni Sindacali chiedono da mesi; del Miur che non si è interessato concretamente a trovare soluzioni anche per i 4 mila lavoratori che da anni lavorano nelle scuole e ieri sera ha abbandonato la riunione; delle imprese che da irresponsabili hanno interrotto un confronto volto a ricercare ogni possibile soluzione per tutti i soggetti coinvolti che andassero oltre il proprio esclusivo interesse economico; dal Ministero del Lavoro che ha dichiarato di non avere soluzioni immediate e concrete da proporre».
«Si è scritta un'altra brutta pagina per il mondo del lavoro - ribadiscono - dove sempre più spesso, per la mancanza di assunzione di responsabilità della politica e delle imprese, si sacrificano la dignità e il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori. A questa condizione le organizzazioni sindacali rispondono che nessuno può sottrarsi dalla responsabilità e metteranno in campo le iniziative necessarie fino a quando non saranno trovate le soluzioni per dare continuità occupazionale e di reddito a tutti».
Con una nota successiva all'incontro, inoltre i sindacati comunicano: «La messa a disposizione delle lavoratrici e lavoratori, vostri dipendenti, a prestare l'attività lavorativa a far data dal 1 marzo 2020». Inoltre, sottolineano che le sigle sindacali: «Nell'ipotesi di perdita di salario arrecata ai dipendenti, contesteranno per via giudiziale tale provvedimento, anche dando assistenza legale alle lavoratrici e lavoratori per eventuali danni procurati».