Seggi elettorali ai tempi del Covid, tra percorsi predefiniti e accessi contingentati

Il Ministero dell'Interno di concerto con quello della Salute ha emanato uno specifico protocollo, ecco tutte le norme da seguire

giovedì 20 agosto 2020
A cura di Elga Montani
Le elezioni regionali, amministrative e referendarie del 2020 saranno ricordate come le prime, e forse uniche, elezioni svolte durante l'epidemia da Sars-Cov-2. Il Coronavirus sta radicalmente cambiando le nostre abitudini, e visto anche l'aumento dei contagi registrato nelle ultime settimane, il Ministero dell'Interno, di concerto con il Ministero della Salute, ha redatto un rigido protocollo che dovrà essere rispettato nei seggi di tutta Italia.

D'altronde, sono oltre 51 milioni gli elettori aventi diritto al voto distribuiti in 61.572 sezioni lungo lo stivale, che dovranno il 20 e il 21 settembre recarsi nei seggi e i due ministeri hanno ritenuto fondamentale far in modo che siano garantiti: «Due diritti costituzionalmente sanciti, il diritto al voto e quello alla salute».

Il protocollo, firmato lo scorso 7 agosto dal ministro Lamorgese e dal ministro Speranza, prevede una serie di indicazioni da seguire per far in modo di contenere al massimo un possibile rischio di infezione. Si va dalla necessità di predisporre entrate e uscite separate, a percorsi differenziati di entrata e uscita, dalla necessità di aerare gli spazi all'allestimento di aree di attesa esterne per evitare assembramenti nelle singole sezioni. Inoltre, ci sarà l'obbligo di mascherina per tutti, ma dovrà essere garantita la distanza dei due metri tra l'elettore e i componenti del seggio in fase di identificazione (momento in cui è necessario togliersi la mascherina). Le cabine dovranno essere posizionate garantendo la distanza in base agli spazi disponibili, e sarà necessario igienizzare le mani prima e dopo la votazione. Non verrà però misurata la temperatura all'accesso, si rimanda alla responsabilità del singolo il non presentarsi al seggio in caso di temperatura superiore a 37,5° o se si è in quarantena.

In merito a quest'ultimo punto, ovvero i cittadini aventi diritto di voto posti in quarantena, isolamento domiciliare o ricoverati per Covid-19, il Ministero ha successivamente emanato una circolare, inviata ai prefetti, in cui si chiarisce in che modo potranno votare. Per loro, infatti, verranno istituiti dei seggi speciali presso le strutture ospedaliere con almeno 100 posti letto. Nel caso in cui tale opzione non sia possibile, i sindaci possono: «Nominare, in qualità di componenti, personale delle Unità speciali di continuità assistenziale regionale (USCAR), designato dalla competente azienda sanitaria locale o, in subordine, previa attivazione dell'autorità competente, soggetti iscritti all'elenco dei volontari di protezione civile che siano elettori del comune».

Coloro che si trovano in quarantena o isolamento fiduciario, inoltre, potranno votare a domicilio, facendone richiesta al proprio comune tra il 10 e il 15 settembre.