Randagi, aumentato il contributo pro-cane/pro-die a favore delle associazioni animaliste

Stanziati anche fondi per la fornitura di alimenti, collari, prodotti antiparassitari e medicinali

mercoledì 30 luglio 2025 12.29
Su proposta del sindaco, la giunta comunale ha approvato l'informativa relativa all'aumento del contributo pro-cane/pro-die concesso alle associazioni animaliste che custodiscono in strutture pubbliche o private i cani randagi riconosciuti dal Comune di Bari.

Al termine del monitoraggio effettuato dalla ripartizione Tutela dell'Ambiente, Igiene e Sanità, in collaborazione con il Comando di Polizia Locale, il Servizio Veterinario ASL Bari e un veterinario libero professionista, la distribuzione dei 146 randagi attualmente riconosciuti dal Comune risulta la seguente: Alle citate associazioni il Comune di Bari concede con cadenza semestrale - a fronte di rendicontazione delle attività svolte e delle spese sostenute - un contributo pari a € 1,30 pro-cane/pro-die, una cifra che da anni le associazioni in questione ritengono insufficiente per continuare a garantire la gestione, la cura e il mantenimento e il benessere degli animali.

Considerati l'oggettivo aumento dei costi registrato negli ultimi anni e la preziosa attività svolta dalle associazioni animaliste che accudiscono i randagi riconosciuti dal Comune, l'informativa licenziata oggi dalla giunta prevede: «Abbiamo accolto le richieste delle associazioni animaliste - commenta il sindaco Vito Leccese - con l'obiettivo di garantire un maggior benessere ai randagi ospitati nei rifugi presenti sul territorio comunale. L'aumento del contributo previsto rappresenta un segno concreto di attenzione tanto nei confronti delle associazioni, che attraverso l'impegno dei volontari si prendono cura dei cani, quanto della salute stessa degli animali. Parallelamente, insieme alla consigliera delegata Silvia Russo Frattasi, che ringrazio per l'impegno profuso, lavoreremo per sensibilizzare i cittadini all'adozione dei randagi custoditi nelle strutture comunali e per stigmatizzare la pratica odiosa dell'abbandono, che nella stagione estiva registra numeri altissimi, alimentando sensibilmente il fenomeno del randagismo sul nostro territorio».