
Policlinico di Bari, eseguito per la prima volta un trapianto di rene su paziente sveglio
Per l'intervento è stata eseguita un'anestesia spinale neuroassiale. La tecnica ha il vantaggio di una ripresa più rapida del paziente
mercoledì 17 giugno 2020
15.06
Un trapianto di rene su paziente sveglio, non sottoposto ad anestesia generale, è stato eseguito per la prima volta al Policlinico di Bari su un uomo di 59 anni, originario di Altamura. L'intervento è perfettamente riuscito e il paziente è attualmente ricoverato nel reparto di urologia.
Si è trattato di una donazione da vivente. In questo caso è stata la moglie, 56 anni, che risultando idonea ha espresso il consenso al prelievo dell'organo per il trattamento della grave insufficienza renale di suo marito.
Per effettuare l'intervento il paziente è stato sottoposto a un'anestesia spinale neuroassiale. Una tecnica eseguita in pochissimi centri in Italia per effettuare i trapianti di organo. Al Policlinico di Bari l'hanno realizzata due giovani anestesiste, le dottoresse Miriam Varvara, 36 anni, e Claudia Piacente, 33 anni, laureate in medicina all'Università di Bari e rientrate al Policlinico dopo alcuni anni di specializzazione fuori regione. Fanno parte dell'equipe del prof. Michele Battaglia, direttore della unità operativa complessa di urologia e trapianto di rene dell'azienda universitario ospedaliera Policlinico di Bari, che ha eseguito l'intervento.
«I vantaggi di questa tecnica sono notevoli – spiegano le anestesiste – Il paziente ha una ripresa più agevole, non venendo intubato respira meglio, sono esclusi gli effetti collaterali di anestetici oppioidi come nausea, vomito e paralisi intestinale. Il paziente può riprendere subito a mangiare e bere autonomamente. E si riduce, così, anche la degenza post operatoria in reparto».
«Non ci siamo mai fermati – sottolinea il prof. Battaglia – abbiamo eseguito nei mesi dell'emergenza Covid una decina di trapianti e adesso sperimentiamo nuove tecniche con un team di giovani anestesiste dedicate alla trapiantologia».
È calato, invece, il numero delle donazioni. «Voglio fare un appello – aggiunge il prof. Battaglia - perché la donazione di organi post mortem è importante, può contribuire a salvare e migliorare molte vite. È una scelta che dobbiamo con forza continuare a sensibilizzare e rendere consapevole».
Si è trattato di una donazione da vivente. In questo caso è stata la moglie, 56 anni, che risultando idonea ha espresso il consenso al prelievo dell'organo per il trattamento della grave insufficienza renale di suo marito.
Per effettuare l'intervento il paziente è stato sottoposto a un'anestesia spinale neuroassiale. Una tecnica eseguita in pochissimi centri in Italia per effettuare i trapianti di organo. Al Policlinico di Bari l'hanno realizzata due giovani anestesiste, le dottoresse Miriam Varvara, 36 anni, e Claudia Piacente, 33 anni, laureate in medicina all'Università di Bari e rientrate al Policlinico dopo alcuni anni di specializzazione fuori regione. Fanno parte dell'equipe del prof. Michele Battaglia, direttore della unità operativa complessa di urologia e trapianto di rene dell'azienda universitario ospedaliera Policlinico di Bari, che ha eseguito l'intervento.
«I vantaggi di questa tecnica sono notevoli – spiegano le anestesiste – Il paziente ha una ripresa più agevole, non venendo intubato respira meglio, sono esclusi gli effetti collaterali di anestetici oppioidi come nausea, vomito e paralisi intestinale. Il paziente può riprendere subito a mangiare e bere autonomamente. E si riduce, così, anche la degenza post operatoria in reparto».
«Non ci siamo mai fermati – sottolinea il prof. Battaglia – abbiamo eseguito nei mesi dell'emergenza Covid una decina di trapianti e adesso sperimentiamo nuove tecniche con un team di giovani anestesiste dedicate alla trapiantologia».
È calato, invece, il numero delle donazioni. «Voglio fare un appello – aggiunge il prof. Battaglia - perché la donazione di organi post mortem è importante, può contribuire a salvare e migliorare molte vite. È una scelta che dobbiamo con forza continuare a sensibilizzare e rendere consapevole».