È polemica sulla raccolta firme al Libertà contro gli immigrati

L'iniziativa proposta dal movimento Riprendiamoci il Futuro ha sollevato forti critiche

giovedì 12 luglio 2018
A cura di Elga Montani
Il movimento Riprendiamoci il Futuro, guidato dall'ex consigliere comunale Luigi Cipriani, nei giorni scorsi ha organizzato una raccolta firme contro la presenza degli immigrati al Libertà di Bari, ritenuti il principale problema del quartiere, raccogliendo in poco tempo circa 3 mila adesioni. La raccolta però ha suscitato indignazione e sdegno, sollevando una polemica a cui in tanti si sono uniti a partire dal sindaco, Antonio Decaro, fino al movimento civico di Michele Laforgia, La Giusta Causa, oltre ai salesiani della parrocchia del Redentore e la Cgil.

Se il parroco del Redentore, don Francesco Preite, invita a rimanare umani sottolineabfo vome i veri problemi del quartiere siano dovuti più alla criminalità organizzata, che si alimenta della disperazione, della povertà e della disoccupazione, il sindaco Antonio Decaro sottoline come si stia lavorando per migliore un quartiere difficile, in cui il vero nemico anche per lui è la criminalità. E contro quella bisognerebbe fare una raccolta di firme.
Il futuro è una terra straniera.

«Noi pensiamo che i cittadini baresi abbiano diritto di vivere tranquillamente - scrivono invece da La Giusta Causa - e che tutte le violazioni della legge e delle regole della convivenza civile vadano punite: nelle periferie come nel centro urbano. Non si tratta di distinguere fra stranieri e italiani, ma di prendere atto che, per qualcuno, si può convivere con la criminalità purchè purosangue, invitando il Ministro dell'Interno ad occuparsi degli immigrati. Noi la pensiamo diversamente e chiediamo alle istituzioni di essere più presenti e di non abbassare la guardia: perchè per tutelare la tranquillità dei cittadini bisogna innanzi tutto battere il razzismo e le mafie».

«Non sottovalutiamo il disagio che i cittadini hanno ma il bersaglio è sbagliato - scrive in una nota Gigia Bucci di Cgil - dobbiamo invece costruire le condizioni per l'integrazione. Riteniamo giustificabile il disagio che si vive ma non possiamo mentire a noi stessi, i problemi del quartiere Libertà sono ultra decennali e si sono aggravati ulteriormente con la crisi economica. L'assenza di lavoro, di luoghi di socialità, di centri di ascolto e integrazione e tanti altri rendono il tema della sicurezza dei cittadini molto più ampio e complesso di quello che qualcuno banalizza scaricando la colpa solo sugli immigrati. Apriamo un confronto con tutti i cittadini. Ascoltiamone le ragioni, senza pregiudizi e preconcetti e operiamo tutti insieme per la rinascita del Quartiere».