Ospedale San Paolo, reparto nuovo pronto da un anno e inutilizzato

La denuncia viene dal consigliere regionale Damascelli: «Ho depositato un'interrogazione diretta al presidente-assessore alla Sanità Emiliano»

lunedì 28 maggio 2018 12.29
Un reparto in difficoltà a causa di luoghi inadeguati e personale carente, mentre un nuovo reparto è pronto da un anno e non è utilizzato. Succede a Bari all'ospedale San Paolo e lo denuncia il consigliere regionale Domenico Damascelli che in merito ha deciso di presentare un'interrogazione in consigli regionale diretta al Presidente, nonché assessore alla sanità pugliese, Michele Emiliano.

«Ci risiamo: strutture nuove di zecca che non vengono utilizzate, mentre i servizi continuano ad essere erogati in locali fatiscenti, da personale ridotto all'osso - dichiara Damascelli- Succede anche all'ospedale San Paolo di Bari, e precisamente nel reparto di Ostetricia e Ginecologia. Il reparto era uno dei fiori all'occhiello dell'ospedale, ma oggi versa in condizioni di degrado: arredi logori e rotti, bagni con servizi fuori uso e privi di bidet. Le stanze di degenza sono perfino sprovviste di bagni e, nell'intero reparto, ve ne sono soltanto tre collocati per giunta lungo il corridoio. Ma non basta: il personale è insufficiente, e non viene più praticato il parto indolore, benché garantito sulla carta dai Livelli Essenziali di Assistenza. Una situazione che si ripercuote negativamente sulla qualità del servizio».

«Eppure, a luglio 2017, è stato consegnato il nuovo reparto al terzo piano - sottolinea - ma il collaudo annunciato entro fine 2017, così come la gara per la fornitura degli arredi, non sono ancora stati effettuati. Perché? Un anno ci sembra più che sufficiente per trasferire il reparto nella nuova area, e per dotarlo di suppellettili e mobilio decorosi. Cosa si è bloccato?»

«Ad Emiliano - conclude Damascelli - chiedo conto di tutto ciò, ma soprattutto chiedo di accelerare l'iter per non protrarre oltre i disagi causati alle pazienti di uno dei 17 nosocomi pugliesi inseriti tra quelli di Primo livello nel Piano di riordino ospedaliero».