Ordine degli ingegneri di Bari, un seminario per spiegare il nuovo codice appalti

L'evento si è tenuto ieri mattina nel castello normanno-svevo di Sannicandro di Bari

martedì 3 ottobre 2023
Informare i tecnici sul nuovo codice appalti e sostenerli nell'aggiornamento professionale nell'ambito delle gare ad evidenza pubblica. È questo l'obiettivo del seminario che si è tenuto ieri mattina a Sannicandro di Bari, nel Castello Normanno-svevo, organizzato dall'Ordine degli Ingegneri della provincia di Bari, in collaborazione anche con l'Ordine degli Architetti di Bari, dal titolo "Il nuovo Codice degli appalti – D.Lgs. 36/2023. Novità e criticità per stazioni appaltanti e operatori economici".

L'appuntamento è inserito nel programma di formazione su tutto il territorio italiano, promosso dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, rivolto ai tecnici che lavorano sia per le stazioni appaltanti che per gli operatori economici. A tal proposito, con la moderazione della consigliera Oiba, Antonella Di Giuro, hanno relazionato l'avvocata Sabina Di Lecce, l'architetto Rino La Mendola, e i consiglieri del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Domenico Condelli e Sandro Catta.

Ad aprire i lavori è intervenuto il presidente nazionale degli ingegneri, Domenico Perrini, che ha evidenziato un aspetto centrale per i professionisti: "Per noi la formazione è fondamentale ai fini dell'esercizio della professione. Riteniamo gli obblighi di formazione e rispetto del codice deontologico siano elementi che debbano spingere il Legislatore a fare in modo che tutti gli ingegneri che esercitano la professione siano iscritti all'albo. E' inaccettabile che ci siano soggetti obbligati ad aggiornarsi e a seguire il codice e altri no, come se un medico potesse esercitare senza essere iscritto all'albo".

Il presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Bari, il docente Umberto Fratino, ha chiarito: "L'obiettivo è informare le colleghe e i colleghi ma anche renderli consapevoli delle modifiche normative e dell'impatto che avranno sulle procedure ad evidenza pubblica per l'approvazione dei progetti. Il governo ha dato un segnale in una direzione ma per essere operativi servono alcuni chiarimenti e momenti come questi, con figure tecniche e giuridiche, aiutano a diradare i dubbi e a far conoscere a fondo il nuovo codice".

Le conclusioni sono state affidate al viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che ha evidenziato il tema della preparazione dei Rup: "Dobbiamo uscire dalla logica che il pubblico sia buono e il provato cattivo. La materia dei Codice appalti convince che i percorsi formativi qualificati inducono, ad esempio, la figura del Rup, oggi responsabile unico della progettazione anziché del procedimento, ad avere competenze diverse. Si occupa di tutte le fasi autonome e non basta la mera preparazione tecnica ma servono anche quella giuridica, amministrativa ed esperienziale. Quindi se il Rup deve riferimento per le procedure deve essere un riferimento stabile, credibile e affidabile".