La vendetta di un clan di Bari dietro l'aggressione a Conte

Gli inquirenti stanno valutando l'ipotesi che il pestaggio potrebbe essere stato preparato

domenica 3 giugno 2018 0.19
Domenico Conte, il presunto boss bitontino ritenuto il mandante dell'agguato del 30 dicembre 2017 nel centro storico di Bitonto nel quale fu uccisa per errore Anna Rosa Tarantino, era arrivato da qualche ora nel carcere di Bari, il 27 maggio scorso, dopo 37 giorni di latitanza, quando è stato aggredito da altri detenuti per motivi ancora da accertare.

Lo stesso giorno dell'arresto, infatti, alcuni detenuti lo avrebbero aggredito con calci e pugni, provocandogli lesioni al volto e ad un orecchio. Dopo un giorno al Policlinico per le visite del caso, il presunto boss è tornato in cella, nel carcere di Bari, ed è attualmente detenuto in isolamento.

L'aggressione sarebbe avvenuta nella cosiddetta "zona di passeggio", dove i detenuti si incontrano, mentre sul caso la Procura della Repubblica di Bari ha aperto un'indagine sul pestaggio per individuare mandanti, autori e movente del raid punitivo. Gli inquirenti, infatti, sono orientati a ritenere che lo stessero aspettando, in una zona priva di videocamere, con l'intento di dargli una lezione.

Sembrerebbe l'antica la legge del carcere, vecchia come il ricorso alla violenza. Quello che preoccupa gli inquirenti, però, è che ad essere aggredito con calci e pugni sia stato il presunto boss di Bitonto, una persona di spicco negli ambienti criminali. Inoltre, sentito sull'accaduto, Conte ha detto di non conoscere chi lo ha aggredito e di non capirne il motivo. Gli inquirenti, però, faticano a credere alla sua versione.

Secondo la Procura della Repubblica l'aggressione a Conte sarebbe una vendetta preparata da tempo. Chi si è mosso, forse un clan di Bari, lo ha fatto per un ragione ben precisa: molto probabilmente un segnale per chi al momento è al comando del clan Conte.