Il concorso di Teatri di Bari per i talenti under 35 della scrittura

L'incipit per un anno di teatro nelle battute di Gianni Forte

martedì 12 agosto 2025
È Gianni Forte – drammaturgo, regista, traduttore, tra i più apprezzati a livello internazionale – afirmare l'incipit di 2026 battute per un anno di teatro, la nuova edizione del concorso letterario/drammaturgico di Teatri di Bariper gli aspiranti scrittori under 35.
Sono aperte le candidature per il contest, introdotto 15 anni fa dal Teatro Kismet, da cui il Teatro delle città di rilevante interesse culturale ha raccolto l'eredità per farsi vetrina a livello nazionale per i talenti under 35 della scrittura. Il testo selezionato dalla giuria tra quelli inviati sarà infatti pubblicato in apertura dell'Agenda cartacea 2026 di Teatri di Bari, pubblicazione distribuita a livello nazionale che racconta le tante progettualità e le produzioni in tournée del Teatro di rilevante interesse culturale. Per la vincitrice/vincitore anche un abbonamento per le Stagioni del Teatro Kismet di Bari, del Teatro Radar di Monopoli e della Cittadella degli artisti di Molfetta.
I partecipanti possono presentare un racconto, un monologo o una scena drammatizzata, con un testo di massimo 2026 battute (spazi e incipit esclusi) a partire dall'incipit scritto da Gianni Forte. Il contributo di Gianni Forte si lega a un concorso di prestigio, che negli anni ha visto gli incipit firmati da importanti nomi del mondo dell'arte e dello spettacolo, da scrittori Premio Strega e giornalisti, tra cui Chiara Valerio, Mario Desiati, Gianrico Carofiglio, Concita De Gregorio, Gabriella Genisi, Nabil Bey, Alessandra Minervini e Onofrio Pagone.

Ecco l'incipit di Gianni Forte:
rinascenza
«Rinascenza. Il suono stesso della parola è un vento lieve che mi solleva e mi sospinge altrove, fino a Billund, quieta cittadina del nord che il mondo conosce come Legoland. Là, in una sala dal profumo d'infanzia e dal respiro rarefatto dell'eternità, si spalanca davanti a me un piccolo Eden di plastica e luce. Un labirinto trasparente, composto da centinaia di contenitori colmi di mattoncini colorati — minuscoli frammenti d'infinito, note perfette in attesa di un canto — sembra custodire il segreto della creazione. È un luogo dove il tempo si inchina all'immaginazione, che qui esiste senza spiegazioni. Nessuna forma è definitiva: un gesto apre possibilità inattese, una costruzione contiene intere galassie ancora da inventare.
Mi lascio cadere sul pavimento in un abbraccio d'invisibile, al centro di quel caos ordinato. E sento che nulla mi impone di finire, né di cominciare davvero. Non c'è ansia di compimento, nessuna fretta nel dare un senso. Il tempo delle decisioni obbligate, del dovere, del mettere ogni pezzo al proprio posto, è ancora lontano.
Per ora lascio solo fluire le mani, seguendo il cuore. Posso fantasticare, sognare.
E in quel sogno, silenzioso e puro, forse accade il miracolo: sto rinascendo anch'io».