I soldi di droga e furti sfoggiati su TikTok: 14 condanne. I NOMI

Il blitz dei Carabinieri risale al 2023, le pene fino a 6 anni di reclusione. Gli arrestati si vantavano sui social: «Voi 3 mesi, noi 3 giorni»

sabato 13 dicembre 2025 9.48
A cura di Nicola Miccione
Foto in ristoranti di pregio, costose bottiglie, abiti di lusso, scarpe firmate e soldi. Tanti. «Voi 3 mesi, noi 3 giorni» era il mantra condiviso su TikTok da «un nutrito gruppo di soggetti dediti allo spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti» nel centro di Molfetta. A due anni dal blitz dei Carabinieri, sono arrivate le condanne.

Il 21 novembre scorso, infatti, il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, al termine di un processo di primo grado celebrato con la formula del rito abbreviato, ha condannato 14 imputati a pene fra 6 anni e 1 anno e 6 mesi. Le accuse, a vario titolo, sono di spaccio di sostanze stupefacenti, un fatto ritenuto dal giudice di «lieve entità», detenzione illegale di armi, furto aggravato e pure indebito utilizzo di dispositivi di comunicazione da parte di detenuti.

L'attività, iniziata nel 2021, partendo dalla visione dei filmati pubblicati dagli indagati sui social network e dall'arresto di Mario Lagrasta (condannato a 4 anni) che deteneva nella propria casa cocaina, hashish e contanti, ha portato alla luce un gruppo di pusher. Al «vertice, nella veste di fornitore» ci sarebbe stato Alessandro Anaclerio, l'unico di Bari - condannato a 4 anni -, «seguito, negli accordi illeciti, da Lagrasta e Giuseppe Petruzzella», che invece dovrà scontare 3 anni e 4 mesi.

Tra le persone condannate ci sono tre donne (Miriam Antonino, condannata a 6 anni, Denis Petroni, a 2 anni, e Annalaura Petruzzella, a 1 anno e 6 mesi con pena sospesa), «le quali hanno garantito il fruttuoso andamento economico dell'attività illecita, durante i periodi di detenzione degli indagati, sostituendosi a questi, e, seguendone in modo certosino le indicazioni fornite dal carcere mediante l'utilizzo di vari cellulari, che le donne introducevano illecitamente durante i colloqui».

Le indagini, condotte dai militari della Compagnia di Molfetta, hanno permesso di far emergere, nel business dello spaccio, l'attività svolta in maniera autonoma. Droga, ma non solo. Anche armi: come quelle - una pistola mitragliatrice cecoslovacca modello VZOR 61 calibro 7.65 con matricola abrasa e una pistola Walther PPQ calibro 9×21, funzionanti, e con 280 cartucce di vario calibro - ritrovate nella disponibilità di uno degli arrestati, Domenico Marzocca, condannato a 4 anni.

Proprio il suo arresto, dopo quelli di Lagrasta e Petruzzella, ha permesso ai militari di «disvelare il coinvolgimento» anche di altri indagati, condannati a pene lievi. Tra i condannati, per furto, anche Filippo Caravella (3 anni e 4 mesi) e Cosimo Magrone (3 anni). Le motivazioni saranno rese note entro il termine di 90 giorni.