Genitori contro il sindaco di Acquaviva (Bari): «Riaprire le scuole»

Il ricorso presentato al Tar ha per firmatari una coppia con due bambini, ma in rappresentanza di 90 genitori

giovedì 26 novembre 2020 16.25
I genitori di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, contro il sindaco Davide Carlucci e la sua decisione di chiudere le scuole di ogni ordine e grado fino al prossimo 3 dicembre.

L'iniziativa di una coppia di genitori, in rappresentanza di oltre 90 genitori aventi figli minori frequentanti le classi della scuola dell'Infanzia e della scuola primaria che si sono associati formalmente al ricorso e hanno contribuito economicamente alla causa, che con il patrocinio dell'avvocato Valeria Campobasso, hanno impugnato dinanzi al Tar di Bari l'ordinanza del sindaco.

Secondo i genitori l'ordinanza si pone in modo non coerente con l'organizzazione differenziata dei servizi scolastici, disposta dal sopravvenuto DPCM 3 novembre 2020, il quale colloca la Regione Puglia tra le aree a media criticità, ingenerando confusione e disparità di trattamento tra gli alunni delle scuole dell'infanzia della primaria residenti in altri comuni vicini, dove le scuole sono aperte. Stando a quanto si legge nel ricorso: «Dalla motivazione del provvedimento impugnato non emergono ragioni particolari per le quali la città non debba allinearsi alle decisioni nazionali in materia di istruzione», in quanto i dati offerti dal Comune di Acquaviva delle Fonti non appaiono utili a derogare le decisioni nazionali e regionali in materia d'istruzione.

«L'imposizione della didattica a distanza - proseguono - anche per bambini delle scuole dell'infanzia e delle scuole elementari che in taluni casi devono ancora iniziare il percorso di alfabetizzazione, peraltro, si traduce in una sostanziale interruzione delle attività didattiche e dei servizi all'utenza scolastica, in violazione di diritti costituzionalmente garantiti, quale quello all'istruzione».

«Da un'elaborazione dei dati - aggiungono - ottenuta prendendo in considerazione il numero dei contagi e la popolazione residente per Comune si evince come la contagiosità non è significativamente maggiore rispetto ad altri Comuni vicini, dove le scuole comunque sono aperte. Ad ogni modo, l'Istituto Superiore della Sanità, principale centro di ricerca, controllo e consulenza tecnico-scientifica in materia di sanità pubblica in Italia, ha dichiarato che nella fascia d'età tra 0 e 10 anni il virus si diffonde molto meno rispetto alla fascia di età tra 10 e 20 anni. L'auspicio è che il Sindaco voglia riconsiderare la propria posizione allineandosi ai complessi parametri fissati dal governo per le misure anti covid 19 nelle scuole, consentendo agli studenti la regolare ripresa della didattica in presenza. Inoltre, il ricorso intende tutelare la didattica in presenza per l'intero anno scolastico contro provvedimenti analoghi».