Doppia preferenza di genere, Boccia: «In Puglia si farà, altrimenti interverrà il Governo»

Il ministro in visita al consiglio regionale questa mattina: «Quando staremo bene da Aosta a Lampedusa festeggeremo i 50 anni del regionalismo»

lunedì 27 luglio 2020 13.05
A cura di Riccardo Resta
Ultima chiamata per il consiglio regionale della Puglia: domani sarà il giorno in cui votare per l'introduzione della doppia preferenza di genere sulla scheda elettorale che i cittadini si troveranno davanti alle prossime regionali di settembre. Un provvedimento che, qualora approvato, passerebbe solo nei "tempi supplementari", all'ultima seduta utile prima della tornata elettorale.

Sul tema è intervenuto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, questa mattina in visita al consiglio regionale della Puglia, in via Gentile a Bari, dove è in corso una mostra sui cinquant'anni dell'ente. «Il Governo ha già deciso - ha detto Boccia. Così come hanno fatto altre regioni, sono sicuro che anche la Puglia seguirà la stessa strada».

Negli scorsi giorni la diffida ufficiale del presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ha sollecitato il legislativo regionale ad adeguare la legge elettorale, come fatto in Liguria: «Non dovesse succedere, interverremo - il monito di Boccia. Lo ha scritto il premier e lo ribadisco io. Si tratta di un adeguamento delle leggi elettorali a un sistema che è stato largamente apprezzato, dalle comunali alle tornate elettorali europee e in tutte le regioni, meno che in quelle che ora si stanno adeguando. La settimana scorsa è stato il turno della Liguria, sono sicuro che la Puglia farà la stessa cosa».

Sulla mostra allestita nella hall del consiglio regionale, Boccia commenta: «Non ho potuto essere qui per l'inaugurazione, ma avevo promesso al presidente del consiglio regionale Loizzo di visitarla. Qui c'è la storia della Regione Puglia, suggerisco di visitarla. Con tutti i presidenti delle giunte e dei consigli regionali abbiamo deciso di organizzare una festa per i cinquant'anni del regionalismo italiano. Lo faremo quando staremo tutti bene, da Aosta a Lampedusa, con il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. È giusto raccontare la storia di questi cinquant'anni per progettare i prossimi cinquanta».