Sequestri al molo San Nicola, Palone incontra i pescatori: «Condizioni igieniche inderogabili»

L'assessore: «La presenza dei commercianti in quel luogo è un valore per la città, ma le regole vanno rispettate»

giovedì 25 luglio 2019 14.49
Dopo la pioggia di sequestri e multe per vendita abusiva e in cattive condizioni igieniche di pesci e crostacei sul molo San Nicola, l'assessore allo Sviluppo economico del Comune di Bari Carla Palone e il comandante della Polizia locale Michele Palumbo hanno incontrato i rappresentanti delle cooperative di pescatori in attività nei pressi del molo San Nicola, che contano complessivamente 34 iscritti.

L'incontro è servito a individuare un percorso amministrativo che permetterà ai pescatori, soci delle cooperative, di richiedere l'autorizzazione di occupazione di area demaniale per regolarizzare la loro attività di vendita sotto la struttura coperta di legno presente sullo stesso molo. La normativa, infatti, autorizza gli operatori di piccola pesca alla vendita del proprio pescato entro i cinque metri di distanza dal mare, sempre nel rispetto delle regole igienico sanitarie previste per il trattamento dei prodotti ittici.

«Il nostro obiettivo è sostenere e migliorare le attività dei pescatori, non vietarle - spiega Palone. Da diversi anni abbiamo cercato di portare avanti insieme a loro un percorso di legalità condividendo strumenti amministrativi e soluzioni migliorative, anche in base alle loro esigenze; non più di sei mesi fa abbiamo installato i banconi in acciaio che gli stessi pescatori ci avevano richiesto, garantendo in cambio l'impegno di regolarizzare la loro posizione. La loro presenza in quel luogo rappresenta una valore per noi e per la città ma vorremmo che capissero che le regole servono a migliorare ed eventualmente ampliare la loro attività e persino a difenderla dagli abusivi che non hanno niente a che fare con i pescatori, né professionalmente né per la qualità dei prodotti venduti. Su questo ultimo punto, però, siamo stati inflessibili anche con loro: non ci sarà alcuna deroga rispetto alle condizioni igieniche, le acque putride dello specchio d'acqua del porto non potranno in nessun modo essere utilizzate e la merce venduta dovrà essere necessariamente pescata e tracciabile. Vogliamo difendere in questo modo la salute dei cittadini e l'immagine del prodotto tipico, che per la nostra città rappresenta un simbolo identitario e un attrattore turistico importante».

Le cooperative, a seguito del faccia a faccia con le autorità comunali, hanno preso ufficialmente l'impegno a convocare nei prossimi giorni una riunione tra i loro soci per concordare le modalità operative ed economiche con cui presenteranno la richiesta di concessione all'amministrazione comunale. «Come abbiamo sempre detto - conclude Palone - siamo disponibili ad accompagnarli anche nelle procedure amministrative e a fornire loro nuovi banconi in acciaio in modo che ognuno possa avere il suo stallo e organizzare la vendita come una vera piazza del pesce crudo».