Dal Dpcm "spariscono" i sindaci, ma Decaro rincara: «Non parteciperemo più a cabina di regia»

Il presidente Anci: «Chiesto vertice a Prefettura e Asl per decidere in quali piazze intervenire». Boccia: «Nessuno scaricabarile»

lunedì 19 ottobre 2020 11.13
I sindaci "spariscono" dal testo definitivo del nuovo Dpcm annunciato ieri sera dal premier Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha firmato nella tarda serata di ieri il nuovo decreto, dopo aver annunciato in conferenza stampa un passaggio del testo per cui «I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti, consentendo l'accesso solo a chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private'', scandisce il premier a palazzo Chigi, confermando le indiscrezioni circolate nelle ore precedenti».

Articolo di cui, però, non si trova traccia nel testo finale pubblicato in Gazzetta ufficiale. Resta, comunque, il "giallo" sul potere di istituire il coprifuoco in determinate aree. Il potere di chiudere piazze e strade, infatti, resta nelle mani delle autorità comunali.

Sul fatto è intervenuto nuovamente Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci, che a Radio Capital ha rimarcato la poca chiarezza della norma ed è tornato ad attaccare l'esecutivo: «La notte ha portato consiglio al governo, ma per noi è stata una scorrettezza istituzionale - ha detto Decaro. Il governo non può chiamarci in tre riunioni di seguito fra sabato e domenica, in cui discutiamo di tutto, ma non viene fatto cenno al coprifuoco, per poi trovarci il presidente Conte che in conferenza stampa dice che il coprifuoco sarà deciso dai sindaci. A noi è sembrato un modo per scaricare sui sindaci la responsabilità di un coprifuoco che il governo non ha voluto fare. Siamo abituati a prenderci responsabilità; anche se il decreto non ci dà più quel potere io stamattina ho chiesto al comitato provinciale di sicurezza un incontro insieme alla Asl per capire le aree dove interrompere le attività alle 21; lo faranno tutti i sindaci. Resta la scorrettezza istituzionale, motivo per cui non parteciperemo più a cabine di regia che non servono a niente: si riuniscono con venti presidenti di regione, decidono con loro e poi scaricano la responsabilità su di noi. Ci atterremo alle indicazioni del governo come sempre fatto».

A Sky il primo cittadino di Bari ha aggiunto: «Per come è scritto il decreto non si capisce chi deve fare che cosa».

A difesa del Dpcm interviene Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali: «Il governo scarica sui sindaci? No, non è così, Decaro lo sa. La norma che chiamava espressamente in causa i sindaci è stata smussata ma in ogni città se c'è un luogo da chiudere lo decide il sindaco, i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima», ha detto Boccia a Rainews24. «I sindaci ci hanno dato un contributo importante, la norma specifica non è il centro del Dpcm, c'è ben altro», ha precisato Boccia.