Covid, Gesmundo (Cgil Puglia) attacca Emiliano: «Situazione grave, smetta di agire in solitario»

Il segretario generale ammonisce il governatore: «Istituire tavoli di confronto permanenti. Senza rappresentanza sarà mobilitazione»

venerdì 13 novembre 2020 0.27
«Le previsioni già drammatiche legate agli effetti del Covid sull'economia e l'occupazione in Puglia devono oggi fare i conti con questa nuova ondata del virus e con le misure del Governo e degli enti locali che comunque influiranno sui consumi, sui salari, sul prodotto interno lordo. In questo scenario il procedere solitario e conflittuale della Regione Puglia e del presidente Emiliano è inspiegabile. Servirebbe oggi massima unità istituzionale e sociale, in primis per affrontare l'emergenza sanitaria che è poi strettamente legata a quella sociale ed economica: dalla scuola al lavoro, dalle povertà agli investimenti di lungo periodo da mettere in campo».

È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, che torna a chiedere al governatore della Puglia «Dei tavoli di confronto permanente con gli attori sociali e istituzionali del territorio. Invece riscontriamo un procedere a ranghi sparsi, le Asl che non rispondono alle sollecitazioni dei sindacati su organizzazione della sanità territoriale e azioni ispettive nei luoghi di lavoro, il conflitto con il Governo sulla scuola quando servirebbe unità tra tutte le componenti per garantire sicurezza a insegnanti e studenti, definendo soluzioni che non lascino le scuole e le famiglie nel guado dell'indeterminatezza. Così come vorremmo cominciare a discutere di come immagina la Regione di investire i fondi strutturali comunitari della prossima programmazione e le risorse riveniente dal Recovery Fund, ma anche alle nostre ripetute richieste di incontro nessuno si perita di rispondere, uno sgarbo istituzionale oltre che un venir meno a un impegno sempre sbandierato dal presidente».

A preoccupare la Cgil sono gli indicatori che già prima di questa nuova forte diffusione del virus erano preoccupanti: «Se è vero che il Covid determinerà nel Paese un comune tratto recessivo, l'impatto sarà più marcato al Nord ma determinerà – lo dice Bankitalia – un maggior impatto sull'occupazione nel Mezzogiorno, con una perdita prevista di circa 380mila posti di lavoro. Perché qui​ la struttura produttiva​ è fragile e assieme anche più orientata ad attività maggiormente esposte agli effetti della pandemia, basta pensare al turismo e ai servizi connessi. Così come la composizione dei​ contratti di lavoro​ risulta più sbilanciata verso​ forme di lavoro temporaneo e precario», prosegue Gesmundo.

«E se è stimato​ in un meno 9 per cento il dato del Pil della Puglia a fine anno – dettaglia Gesmundo –, bisognerà ora valutare l'effetto di questo mini lockdown e di quelli che verranno. Intanto l'ultimo Dpcm ha colpito circa 22mila attività in Puglia, in larga parte nel settore della ristorazione e bar. Così come registriamo nel 2020 oltre 300mila beneficiari di Cassa integrazione in deroga nella nostra regione. Siamo molto preoccupati e crediamo si debba agire con unione e strategie condivise". Anche perché, conclude il segretario generale della Cgil Puglia, "come è successo per la crisi del 2008, c'è una parte del Paese, sempre il Sud, che​ non subito aggancerà il treno della ripresa superata l'emergenza sanitaria, per debolezze del sistema produttivo e gap storici sul piano delle infrastrutture e dei servizi. Per questo insistiamo sul miglior uso delle risorse riveniente dai fondi strutturali e dal Recovery Fund, risorse che vanno legate a obiettivi strategici: infrastrutturazione materiale e immateriali, reti digitali, ammodernamento della pubblica amministrazione, sostenibilità delle produzioni, per rendere il territorio più competitivo e assieme più attrattivo per nuovi investimenti privati. Ma a quanto pare in Puglia​ alla rappresentanza sociale non è data la possibilità di confrontarsi su questi temi. Se non accadrà non ci rimarrà che la mobilitazione».