Coronavirus, Decaro abbandona la conferenza col Governo: «Subito 5 miliardi per i Comuni»

Il sindaco di Bari e presidente Anci: «Non possiamo aspettare oltre, servono risorse per garantire servizi ai cittadini»

mercoledì 8 aprile 2020 21.01
Decaro esce sbattendo la porta. Il sindaco di Bari e presidente Anci punta i piedi e abbandona insieme all'Unione della province la videoconferenza con il Governo tenutasi oggi pomeriggio: il numero uno dell'Associazione nazionale comuni italiani ha chiesto all'esecutivo interventi immediati per le amministrazioni locali.

«La capacità fiscale dei Comuni è drasticamente ridotta - ha detto Decaro. Non per volontà di noi amministratori, né per volontà di cittadini e imprese che versano i tributi. È ridotta, se non in alcuni casi azzerata, per la situazione che si è creata con il blocco delle attività economiche a seguito dell'emergenza sanitaria. L'effetto di questo stato di fatto è che non abbiamo entrate ora e non ne vediamo il recupero neppure in prospettiva. Il governo deve prendere consapevolezza di questa situazione e deve far fronte già nel prossimo decreto alla richiesta di 5 miliardi che gli enti locali hanno avanzato da tempo. Non possiamo aspettare oltre: si tratta di garantire ai cittadini italiani i servizi che i Comuni erogano, a cominciare dal trasporto pubblico e dalla raccolta dei rifiuti».

Queste le parole del sindaco dei sindaci, in attesa delle decisioni del tavolo tecnico-politico sull'emergenza Coronavirus. «I sindaci hanno dimostrato senso di responsabilità e senso delle istituzioni che rappresentano, fin dall'inizio di questa emergenza – continua Decaro. L'abbiamo fatto ben consapevoli che questo è quel che i cittadini si aspettano da noi: leale collaborazione con tutte le istituzioni della Repubblica. Tuttavia anche la nostra buona volontà si ferma davanti all'inagibilità finanziaria dei Comuni che ci impedisce di approvare i bilanci e di continuare a lavorare per le nostre comunità. Abbiamo fin qui fronteggiato il problema senza risorse aggiuntive attraverso gli accordi con Mef, Cdp e Abi sulle rate dei mutui, per garantirci liquidità, e un'anticipazione di trasferimenti da parte del governo per 4,3 miliardi. Ma non possiamo andare avanti così. Ne va della possibilità per i Comuni di sopravvivere. Senza risorse nuove e immediate, saremo costretti a interrompere i servizi».