Coronavirus, Confcommercio Bari: «Dopo emergenza il commercio sia protetto»

Il presidente Ambrosi: «Un plauso a chi ha retto finché ha potuto. Saracinesche abbassate pesano»

domenica 15 marzo 2020
L'emergenza Coronavirus sta colpendo gravemente anche l'economia nazionale, a causa delle restrizioni previste dalle misure per evitare il contagio. Fra i settori più penalizzati c'è il commercio, che sta vivendo un momento di crisi che potrebbe protrarsi anche dopo la fine dell'emergenza sanitaria.

«In tutta Italia tante italiane e tanti italiani sono usciti sui balconi per applaudire i medici, paramedici e tutti gli operatori del mondo della sanità per il lavoro straordinario che stanno facendo - scrive Alessandro Ambrosi, presidente di Confcommercio Bari Bat. È stato un momento assai emozionante, che mi ha colpito dritto al cuore. Ma sono consapevole che in questo difficile momento storico che stiamo vivendo, ci sono anche altre tante categorie a cui dovremmo dire grazie. Penso ad esempio agli operai che nelle fabbriche (spesso non con le dovute cautele) stanno lavorando giorno e notte per portare avanti la produttività di questo Paese».

«Per quanto mi riguarda però, vorrei cogliere l'occasione, anche in virtù di quanto condiviso oggi, per aprire un varco nell'attenzione di chi legge e dedicare un pensiero grato e affettuoso ai commercianti di tutta Italia, ma particolarmente a quelli della città di Bari e della provincia della Bat prosegue Ambrosi. Si tratta di persone speciali che fino all'ultimo momento prima dell'ordinanza di chiusura a causa dell'emergenza #Coronavirus, hanno retto la situazione perché sono stati gli ultimi a chiudere (eccezion fatta per gli esercizi di beni di prima necessità). Negozi di abbigliamento, oggettistica, bar, ristoranti, arredo, mercati ecc., che non hanno abbassato le saracinesche mentre le città si svuotavano e diventavano sempre più buie di sera».

«Il commercio è un presidio di legalità, civiltà e crescita. Dove c'è un negozio c'è sicuramente uno scambio, non solo di di merci ma anche di emozioni, passioni e storie. A volte centenarie, di famiglie che hanno dedicato la loro vita e il loro tempo al commercio. Nessuno in questi giorni sta parlando con la dovuta attenzione delle commercianti e dei commercianti che sono a casa e che sentono sulle spalle tutto il peso delle loro saracinesche abbassate. Io che si - sono di parte - lo voglio fare. Non solo per ringraziarli per essere rimasti sul campo fin quando hanno potuto, ma perché so già che quando questo Paese tornerà alla normalità, toccherà rimboccarsi le maniche e tentare di arginare con tutte le forze le enormi conseguenze di quello che sta accadendo. Perché il commercio non è protetto, perché il commercio non è assistito come dovrebbe. È da sempre un'attività imprenditoriale e come tale si basa sul rischio. Il rischio che stanno correndo oggi le nostre donne e i nostri uomini del commercio, non è solo quello del contagio, ma anche quello di vedere seriamente compromessi anni e anni di lavoro, sudore e sacrifici. La Confcommercio come sempre c'è e ci sarà», conclude Ambrosi.