Bufera sui consiglieri e le commissioni, il caso finisce da Giletti

In prima serata su La7 le "eccessive" convocazioni al Comune, Decaro risponde: «Più sobrietà e meno demagogia»

lunedì 3 dicembre 2018 15.52
A cura di La Redazione
Il Comune di Bari in prima serata su La7 e non per meriti. Durante la trasmissione televisiva "Non è l'Arena" di Massimo Giletti è andata in onda il presunto abuso delle commissioni consiliari del nostro Comune, che stando ai numeri presentati negli ultimi mesi hanno effettuato 181 incontri, contro i 29 del comune di Bologna (preso ad esempio in quanto la popolazione delle due città è simile). Un meccanismo che sembra nascere dalla necessità e volontà dei consiglieri comunali di sfruttare il gettone di presenza garantito dalle commissioni per ottenere un lauto stipendio, che per coloro che sono anche dipendenti va a sommarsi a quanto guadagnano, considerato che in caso di commissione durante l'orario lavorativo si va a percepire anche un rimborso.

Ospite in studio la consigliera Irma Melini che ha cercato, pur senza voce, di spiegare cosa possa esserci dietro i freddi numeri. Diversi anche gli interventi di altri consiglieri intervistati da un inviato. E questa mattina in merito è intervenuto anche il sindaco Antonio Decaro, chiamato in causa da Giletti diverse volte durante la serata.

«Certi numeri mi hanno fatto un po' vergognare - ha sottolineato Irma Melini - necessario che le commissioni lavorino in trasparenza, che non ci siano più consigli fiume per i debiti fuori bilancio, necessario che si lavori per la riduzione dei costi. I consiglieri devono dimostrare che il lavoro svolto nelle commissioni sia necessario per il comune di Bari, altrimenti necessario fare un passo indietro. La politica deve essere utile e rispettata dai cittadini».

«Ricevo da ieri messaggi di cittadini indignati per i contenuti di una trasmissione televisiva in cui si denunciavano eccessi e sprechi delle commissioni consiliari del Comune di Bari - scrive il sindaco - Le commissioni sono del tutto autonome rispetto al sindaco, poiché sono organi il cui compito è anche quello di controllare l'operato di sindaco e giunta. Se fosse il sindaco a decidere modalità e compensi delle commissioni saremmo di fronte al paradosso di un controllato che impone le sue regole al suo controllore. Sarebbe come se un calciatore potesse decidere come e quando debba fischiare un arbitro. Sarebbe come se un indagato potesse imporre le sue regole a un giudice e decidere quanto pagarlo».

«Tutti i consiglieri, di tutti i partiti, partecipano, e in modo massiccio, a queste commissioni. I dati sono trasparenti e consultabili - sottolinea Decaro - Per quanto mi compete, ho rinunciato al vitalizio regionale e a quello parlamentare e non ricevo alcun emolumento come sindaco della città metropolitana, come presidente di un teatro lirico e come presidente dell'Anci. E dal primo giorno del mio insediamento ho imposto a tutti gli assessori della mia giunta di rinunciare ad auto, computer e telefono di servizio».

«Capisco che qualcuno sia alla disperata ricerca di visibilità nella imminenza della campagna elettorale - conclude - ma consiglio più sobrietà, meno demagogia e soprattutto più aderenza alla verità. Poiché il fango, come ci insegna la storia recentissima di questo Paese, torna spesso in faccia a chi per professione lo mette nei ventilatori».