Beppe Grillo contro le persone autistiche e Asperger. Bottalico: «Chi non comprende sono altri»

L'assessore risponde al comico e fondatore del M5S su un tema attorno al quale c'è ancora poca chiarezza

martedì 23 ottobre 2018 10.31
A cura di Riccardo Resta
Hanno destato scalpore e indignazione le ultime dichiarazioni di Beppe Grillo: domenica scorsa dal palco del Circo Massimo l'ex comico genovese e fondatore del Movimento 5 Stelle ha pesantemente attaccato le persone con autismo, e in particolare quelli con sindrome di Asperger, fra l'esaltazione generale della folla astante. «Chi siamo? Dove siamo? Siamo pieni di malattie nevrotiche, siamo pieni di autismi - ha detto Grillo nella sua infelice uscita romana. L'autismo è la malattia del secolo, signori, e l'autismo non lo riconosci. Per esempio, la sindrome di Asperger: c'è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger che è quella sindrome di quelli che parlano in un modo e non capiscono che l'altro non sta capendo e vanno avanti e magari fanno esempi che non c'entrano un c... con quello che stanno dicendo, hanno quel tono sempre uguale».

Dure e sdegnate le risposte del mondo della politica e della società civile. Le parole del comico genovese sono state condannate in maniera unilaterale da associazioni, giornalisti, esperti e politici. Anche da Bari sono arrivate reazioni all'infelice uscita romana di Grillo. L'assessore comunale al Welfare, Francesca Bottalico, sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Ho lavorato anni con i bambini autistici, con i bambini silenziosi ma pieni di parole, emozioni, sentimenti. Ho vissuto, pianto, gioito e sofferto con i loro occhi. Ho conosciuto tante famiglie, educatori, insegnanti capaci di ascoltare, giocare ed entrare in empatia con "i bambini e le bambine silenziose", comprendendosi reciprocamente. A loro tutto il mio rispetto e la dolcezza che meritano. Mi dispiace "chi non comprende" sono altri».

Una dichiarazione, quella di Grillo, che riporta l'attenzione sulla poca conoscenza che ancora oggi c'è sull'autismo e sulle sue varie sotto-categorie, come la sindrome di Asperger. «L'autismo - si legge sul sito di Angsa (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) - rappresenta una delle sindromi più complesse e, nelle forme più gravi, difficilmente gestibili che emergono nell'età evolutiva. I bambini e le bambine con autismo presentano importanti difficoltà nell'interazione reciproca, nella comunicazione e nelle attività di gioco. Il linguaggio verbale, quando presente, risulta spesso non adeguato al contesto, con scarso utilizzo dei gesti comunicativi». Fra le altre caratteristiche troviamo: «La difficoltà ad esternare i propri sentimenti e a leggere i sentimenti altrui, una diversa sensibilità agli stimoli ambientali, un deficit dell'immaginazione».

Non tutte le forme di autismo sono uguali, ragion per cui si parla di "spettro autistico": «Esistono vari livelli di gravità, da forme più sfumate ad altre molto acute cui spesso si accompagna un quadro di ritardo mentale. Ancora oggi, non potendoci riferire alle cause, nella maggior parte dei casi ignote, l'autismo viene definito in base a comportamenti osservabili», spiega ancora Angsa, che riprende anche dei numeri molto generali sulla popolazione autistica.

«Una ricerca accuratamente condotta fra il 2000 e il 2010 negli USA dal Center for Disease Control (CDC) di Atlanta sui bambini che via via compivano gli otto anni dimostra che l'autismo raddoppia nel decennio, passando dal 7 al 15 per mille, pari a un bambino ogni 58. L'aumento evidenziato in questi anni suggerisce un miglioramento nel riconoscimento e un migliore accesso ai servizi», si legge più avanti.

Proprio in virtù delle differenze che sussistono fra un caso e l'altro di autismo, però, è difficile tracciare una mappa chiara delle persone affette da questa sindrome. Nel nostro Paese, e tanto più in Puglia, i dati sono estremamente volatili: «I dati delle Regioni italiane sono scarsi e disomogenei ed oggi contano soltanto 3-4 bambini su 1000, ma i bambini con autismo sono molti di più, perché non vengono fatte le diagnosi, sopratutto per i casi meno gravi. In Italia non esistono dati pubblici sul numero di persone coinvolte: l'ultimo rapporto Istat sull'Integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado stima gli alunni con disabilità pari al 3,1% degli alunni totali (86.985 nella scuola primaria e 66.863 nella scuola secondaria di I grado). Di questi il 41,9% nella scuola primaria e il 49,8%nella secondaria di I grado hanno una disabilità intellettiva mentre seguono con il 26% e il 21,4% i disturbi dello sviluppo e del linguaggio, conferma quindi l'ordine di grandezza delle ricerche già citate».

Ecco, quindi, che su un terreno così complicato è meglio muoversi con cautela: l'autismo comporta sì nella maggior parte dei casi dei disturbi del comportamento e della socialità, ma è altrettanto vero che tra le persone affette dalla sindrome si celano in taluni casi dei veri e propri geni della matematica e delle scienze, proprio perché i soggetti autistici posseggono capacità cognitive non comuni fra il resto della popolazione.