Bari ricorda la strage di via D'Amelio, intitolato un giardino a Emanuela Loi
Dopo due anni e mezzo all'agente della scorta di Paolo Borsellino viene intitolata un'area verde nei pressi del parco 2 giugno
venerdì 19 luglio 2019
11.07
Nel ventisettesimo anniversario della strage di via D'Amelio, in cui morirono in giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, Bari ha ricordato quel tragico 19 luglio 1992 e le vittime della mafia. Dopo oltre due anni e mezzo, infatti, nei pressi del parco 2 Giugno, gra viale della Resistenza e viale della Costituente, è stato inaugurata l'area verde intitolata all'agente di scorta Emanuela Loi, medaglia d'oro al valor civile per aver sacrificato la propria vita in difesa dello Stato e delle istituzioni.
Il 25 novembre 2016 il Comune di Bari decideva di intitolare tre giardini cittadini ad altrettante donne, Francesca Morvillo, moglie di Falcone morta con lui nella strage di Capaci, Emanuela Loi, membro della scorta di Borsellino, e Palmina Martinelli, la giovane fasanese simbolo di forza e coraggio il cui processo si è riaperto lo scorso anno. Con l'inaugurazione del giardino Emanuela Loi e l'apertura del giardino Francesca Morvillo del 23 maggio scorso il quadro si è finalmente completato.
«Quest'anno, nel ricordare Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, uccisi dalla mafia nella strage di via d'Amelio - ha detto il sindaco Antonio Decaro nel suo discorso -, abbiamo voluto accostare al valore della memoria un gesto che rappresenti un inizio e guardi al futuro della nostra comunità. Perché nel custodire e tramandare il ricordo di ciò che è accaduto vogliamo investire sul futuro: un futuro diverso, in cui la lotta alle mafie non sia affidata alla passione e al sacrificio di pochi ma diventi una battaglia civile e politica condivisa che non conosce distinzione di ruoli, classi o schieramenti. Oggi onoriamo la memoria del giudice Borsellino, che fino alla fine, da uomo delle istituzioni, pur consapevole della solitudine della sua battaglia, non ha arretrato di un passo. E lo facciamo intitolando questo giardino ad Emanuela Loi, che nella strage di via d'Amelio ha perso la vita a soli 24 anni insieme ai suoi colleghi di scorta. In questa cerimonia c'è il desiderio di tutti noi di rendere evidente come il sacrificio di Emanuela può aver contribuito alla nostra libertà, al tenere unita una comunità nazionale che dopo le stragi del '92 ha avuto il coraggio di reagire contro la violenza mafiosa. Ed è grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, alla reazione della società civile di fronte al sangue versato, alla compattezza delle istituzioni in quella stagione segnata dalla barbarie mafiosa, se oggi viviamo in un Paese migliore. Il frutto del giusto è un albero di vita, recita la Bibbia, e con questa intitolazione noi vogliamo che gli alberi di questo giardino ci ricordino quanto sia stata giusta Emanuela e possano spingere tanti bambini a chiedersi com'è possibile che i sogni, le speranze, i desideri di una ragazza di 24 anni dallo sguardo fiero e sorridente siano stati cancellati dalla brutalità mafiosa. È questo il valore del sacrificio di Emanuela e dei suoi colleghi, di Paolo Borsellino e di tanti altri magistrati come Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, di Cesare Terranova e di tanti esponenti delle forze di polizia, perché, come ha detto Claudia Loi (sorella di Emanuela) la memoria vuol dire impegno e il valore della memoria e del bene deve diventare patrimonio della società per consentire a tutti i cittadini di diventare persone felici, giuste, utili e per bene».
Il 25 novembre 2016 il Comune di Bari decideva di intitolare tre giardini cittadini ad altrettante donne, Francesca Morvillo, moglie di Falcone morta con lui nella strage di Capaci, Emanuela Loi, membro della scorta di Borsellino, e Palmina Martinelli, la giovane fasanese simbolo di forza e coraggio il cui processo si è riaperto lo scorso anno. Con l'inaugurazione del giardino Emanuela Loi e l'apertura del giardino Francesca Morvillo del 23 maggio scorso il quadro si è finalmente completato.
«Quest'anno, nel ricordare Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, uccisi dalla mafia nella strage di via d'Amelio - ha detto il sindaco Antonio Decaro nel suo discorso -, abbiamo voluto accostare al valore della memoria un gesto che rappresenti un inizio e guardi al futuro della nostra comunità. Perché nel custodire e tramandare il ricordo di ciò che è accaduto vogliamo investire sul futuro: un futuro diverso, in cui la lotta alle mafie non sia affidata alla passione e al sacrificio di pochi ma diventi una battaglia civile e politica condivisa che non conosce distinzione di ruoli, classi o schieramenti. Oggi onoriamo la memoria del giudice Borsellino, che fino alla fine, da uomo delle istituzioni, pur consapevole della solitudine della sua battaglia, non ha arretrato di un passo. E lo facciamo intitolando questo giardino ad Emanuela Loi, che nella strage di via d'Amelio ha perso la vita a soli 24 anni insieme ai suoi colleghi di scorta. In questa cerimonia c'è il desiderio di tutti noi di rendere evidente come il sacrificio di Emanuela può aver contribuito alla nostra libertà, al tenere unita una comunità nazionale che dopo le stragi del '92 ha avuto il coraggio di reagire contro la violenza mafiosa. Ed è grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, alla reazione della società civile di fronte al sangue versato, alla compattezza delle istituzioni in quella stagione segnata dalla barbarie mafiosa, se oggi viviamo in un Paese migliore. Il frutto del giusto è un albero di vita, recita la Bibbia, e con questa intitolazione noi vogliamo che gli alberi di questo giardino ci ricordino quanto sia stata giusta Emanuela e possano spingere tanti bambini a chiedersi com'è possibile che i sogni, le speranze, i desideri di una ragazza di 24 anni dallo sguardo fiero e sorridente siano stati cancellati dalla brutalità mafiosa. È questo il valore del sacrificio di Emanuela e dei suoi colleghi, di Paolo Borsellino e di tanti altri magistrati come Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, di Cesare Terranova e di tanti esponenti delle forze di polizia, perché, come ha detto Claudia Loi (sorella di Emanuela) la memoria vuol dire impegno e il valore della memoria e del bene deve diventare patrimonio della società per consentire a tutti i cittadini di diventare persone felici, giuste, utili e per bene».