Bari, in arrivo al Politecnico un centro antiviolenza
La richiesta avanzata dal comitato studentesco Link ha suscitato l'interesse dell'assessore per le Pari Opportunità
mercoledì 8 gennaio 2020
15.47
Un Centro Antiviolenza all'interno del Politecnico che potesse essere incentrato su tutte quelle che sono le tematiche legate al genere e alla sessualità. Un centro che potesse fungere, in primo luogo, da punto di primo contatto per studenti e studentesse che abbiano subito molestie, violenze o aggressioni omofobe. Oltre ad essere il collegamento diretto per indirizzare gli studenti negli iter burocratici cittadini e d'ateneo, quali la Carriera Alias. Questa la richiesta avanzata dagli studenti di Link, che presto potrebbe diventare realtà.
«Negli scorsi mesi abbiamo avanzato al Comitato Unico di Garanzia, in maniera informale, la richiesta di aprire un Centro Antiviolenza all'interno del Politecnico - sottolineano da Link - Siamo contenti di informarvi che l'assessore per le Pari Opportunità ha invitato le rappresentanze studentesche per approfondire il tema e quindi aprire il Centro. Riproporremo le nostre idee anche in questo incontro, perché pensiamo che l'università debba essere inclusiva a 360° e quindi debba considerare lo studente anche nella sua sfera personale, affettiva e sessuale. Come studenti e studentesse, a partire dai luoghi della formazione, abbiamo la necessità di sensibilizzare sul tema delle discriminazioni e di rendere l'università stessa un luogo sicuro dove poter intercettare casi di discriminazione e far in modo che vengano risolti nell'immediato».
«Negli scorsi mesi abbiamo avanzato al Comitato Unico di Garanzia, in maniera informale, la richiesta di aprire un Centro Antiviolenza all'interno del Politecnico - sottolineano da Link - Siamo contenti di informarvi che l'assessore per le Pari Opportunità ha invitato le rappresentanze studentesche per approfondire il tema e quindi aprire il Centro. Riproporremo le nostre idee anche in questo incontro, perché pensiamo che l'università debba essere inclusiva a 360° e quindi debba considerare lo studente anche nella sua sfera personale, affettiva e sessuale. Come studenti e studentesse, a partire dai luoghi della formazione, abbiamo la necessità di sensibilizzare sul tema delle discriminazioni e di rendere l'università stessa un luogo sicuro dove poter intercettare casi di discriminazione e far in modo che vengano risolti nell'immediato».