Aumenti Tari, Bari Eco-city punta il dito: «Solo qui i rifiuti sono un costo»

L'attacco all'amministrazione Decaro: «Chiediamo dimissioni del Cda di Amiu e dell'assessore all'Ambiente»

martedì 12 luglio 2022 10.09
«Da oggi inizia una campagna informativa (anche con affissioni stradali) per far conoscere pienamente l'ennesimo aumento della tassa rifiuti deciso pochi giorni fa dalla giunta Decaro. Una campagna di verità informativa che proseguirà anche a settembre, con gazebo, volantini e raccolta firme per chiedere le.dimissioni del Cda Amiu e dell'assessore all'Ambiente». Lo si legge in una nota diramata dall'associazione Bari Eco-city, che punta il dito contro l'amministrazione Decaro per la gestione della Tari.

bari eco city tari

Bari Eco-city prosegue: «Mentre tante città italiane (Roma/Milano/Siena/Fano/Monopoli/Noci) diminuiscono la Tari (a vantaggio dei cittadini), a Bari invece la Tari aumenta (e dal 2015 è aumentata tra il 10% e il 32%) a causa dell'incapacità di raccogliere e smaltire in maniera efficiente e moderna i rifiuti urbani. Siamo ancora e appena al 40% di raccolta differenziata dei rifiuti, che comporta lo smaltimento in discarica del 60% dei rifiuti, con gravi conseguenze negative sia per i costi economici (le discariche costano sempre più e paghiamo anche penali/ecotassa), sia per l'ambiente, stante le gravi criticità connesse all'interramento dei rifiuti solidi urbani. Insomma a Bari ci fanno pagare per inquinare, piuttosto che farci risparmiare e tutelare l'ambiente, col recupero dei rifiuti/risorsa (plastica/vetro/carta). Ci fanno, inoltre, pagare una tassa rifiuti tra le più alte d'Italia (a Bari la tari media per famiglia è 390 euro, mentre in Veneto la tari media per famiglia è 230 euro), a fronte, peraltro, di un pessimo servizio di raccolta di rifiuti e pulizia della città».

Più avanti si legge: «Cassonetti stradali vecchi e puzzolenti; strade sporche e maleodoranti; blatte; zanzare; discariche a cielo aperto; operatori ecologici dotati (ancora) solo di scope e apecar come nel 1970. Tutto questo a un costo stratosferico (oggi Amiu incassa dal Comune circa 70 milioni annui, a fronte dei 65 milioni che incassava nel 2015) per pagare spese aziendali assurde (tra cui lo stipendio del direttore generale di circa 110mila euro lordi annui)! È inaccettabile che il prezzo della reiterata incapacità di sindaco, giunta e Amiu Puglia a gestire uno dei servizi essenziali che un Comune deve fornire ai cittadini (igiene urbana) sia scaricato sui contribuenti baresi. Noi non ci stiamo a far finta di niente e chiameremo i baresi a far sentire la loro voce».