Appalti truccati per una scuola di Corato. Si dimette l'assessore regionale Caracciolo

Il nome di Caracciolo è venuto fuori nell'indagine su ARCA Puglia

mercoledì 7 febbraio 2018 10.01
Bufera sull'assessore regionale all'Ambiente Filippo Caracciolo, indagato - secondo quanto riferito da La Gazzetta del Mezzogiorno - in merito alla gara d'appalto da 5,8 milioni di Euro per la costruzione della nuova sede della scuola media Giovanni XXIII di Corato «vinta da una società riconducibile all'imprenditore Massimo Manchisi, arrestato il 5 dicembre nell'ambito dell'inchiesta sull'Arca Puglia». A seguito della sua iscrizione al registro degli indagati, Caracciolo si è dimesso dalla carica di assessore regionale. Il politico barlettano, inoltre, è candidato alla Camera dei Deputati con in PD nel collegio di Andria; è stato negli ultimi mesi l'interlocutore per la Regione Puglia degli esponenti del No all'inceneritore di Bari-Modugno.

Secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, l'indagine su Arca Puglia avrebbero anche portato all'assessore regionale all'ambiente.

«L'appalto per quella scuola lo avrebbe truccato lui, promettendo un posto dl lavoro al presidente della commissione aggiudicatrice in cambio dl «assistenza elettorale» da parte dell'imprenditore. Per questo Caracciolo, esponente del Pd. candidato alle prossime Politiche alla Camera nel collegio un nominale di Andria, è stato iscritto nel registro degli indagati per le ipotesi di corruzione e turbativa d'asta insieme a Lupelli, ai fratelli Manchisi (...) ed al presidente della commissione di gara» scrive il giornalista Massimiliano Scagliarini.

Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza presso l'abitazione dell'assessore.

Sempre secondo La Gazzetta del Mezzogiorno, la Guardia di Finanza avrebbe ricostruito la vicenda «Partendo dagli esiti dl un pedinamento svolto il 30 settembre: fuori da un ufficio della Regione, Caracciolo si sarebbe incontrato con il presidente della commissione aggiudicatrice, Donato Lamacchia, dirigente dell'ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta, cui avrebbe consegnato un foglio arancione. Caracciolo e Lamacchia avrebbero poi incontrato il direttore generale dell'Arpa Puglia. Vito Bruno: secondo l'accusa, in cambio dell'interessamento per pilotare l'appalto a favore della società dl Manchisi, Caracciolo avrebbe promesso a Lamacchia il passaggio presso l'Agenzia regionale per l'ambiente».