Aperti i lavori del congresso Cgil a Bari. Camusso: «Mezzogiorno al centro dell'agenda»

In Fiera del Levante si sceglierà il nuovo segretario generale. La leader uscente: «Reddito di cittadinanza? Manca lettura sociale»

martedì 22 gennaio 2019 15.47
A cura di Riccardo Resta
Aperti ufficialmente i lavori del diciottesimo congresso della Cgil, che ha scelto Bari e la Fiera del Levante per eleggere il segretario che succederà a Susanna Camusso, in una partita aperta fra Maurizio Landini (area Fiom) e Vincenzo Colla (segreteria nazionale Cgil con un passato sempre in Fiom). Questa mattina il via alle discussioni nel nuovo padiglione del quartiere fieristico di Bari. Ad aprire i dibattiti del congresso "Il lavoro è", che ha richiamato oltre 800 delegati, le relazioni del segretario Cgil Bari, Gigia Bucci, del sindaco di Bari Antonio Decaro e del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, prima dell'ultima relazione di Susanna Camusso da segretario generale della Cgil e dei saluti di Carmelo Barbagallo (segretario generale Uil) e Annamaria Furlan (segretario generale Cisl).

Grande assente il governo, che non ha risposto all'invito della principale organizzazione sindacale italiana. «Siamo di fronte alla conferma di un governo che non interloquisce con nessuno», taglia corto Camusso a margine della cerimonia d'inaugurazione, in cui ha duramente criticato la manovra economica annunciando una vertenza specifica. Tema centrale di tutto il discorso del segretario uscente la scelta di Bari, a evidenziare il bisogno di nuove politiche per il rilancio del Sud Italia: «Abbiamo scelto di fare il congresso a Bari per dare il senso di centralità dei temi del Mezzogiorno nell'agenda politica del paese - continua Camusso. Si parla del Sud solo in relazione al bisogno di politiche assistenziali, che determina un ulteriore allargamento delle disuguaglianze. Si deve invece parlare in termini di sviluppo, di lavoro che non c'è. La politica deve creare i presupposti per il recupero di un divario che si è man mano creato. Qui sussistono ancora i temi dell'equità fiscale e del contrasto alle mafie».

Mentre a Bari si celebra la prima giornata di congresso della Cgil, a Roma il Movimento 5 Stelle presenta il reddito di cittadinanza, una misura che continua a non convincere gli ambienti sindacali. «Non è una riforma strutturale del mercato del lavoro, ma ripropone sotto nomi diversi politiche già viste come l'assegno di ricollocazione e gli incentivi alle imprese rispetto alle assunzioni - è l'analisi di Camusso. Si sono determinate fasce impressionanti di marginalità e povertà e il primo tema che un paese dovrebbe affrontare è l'inclusione, la presa in carico sociale delle differenze e dei bisogni. Tutto questo è scomparso nell'idea che l'unica risposta sia l'offerta congrua da cui è sparita la professionalità e rimangono solo i chilometri. Non si considera che una parte di quella popolazione in stato di povertà lavora ma ha redditi insufficienti. Manca una lettura sociale del come si determini la povertà e l'inclusione: c'è necessità di ricostruire nei territori le condizioni per lo sviluppo».

Compito del sindacato, ricorda Camusso, è tenere desta l'attenzione dei giovani sui problemi del lavoro: «Ai giovani - prosegue il segretario uscente - dobbiamo far vedere come loro siano assenti da queste politiche, dicendogli che questa è una manovra finanziaria miope, la quale ammette che nei prossimi anni non ci saranno risorse. La teoria dell'autonomia differenziata che sembra dominare in Lombardia e Veneto determinerà per chi non è agiato di famiglia nuove difficoltà nell'istruzione e nella possibilità di accedere a percorsi qualificati. Se non fai investimenti e non crei i presupposti per il lavoro i temi della disoccupazione giovanile e del contrasto alla povertà non avranno risposte».

In Puglia una delle più grandi vertenze sindacali di questi anni di segreteria, con ripercussioni su tutto il sistema sociale della regione e del Sud. Per Susanna Camusso la questione Ilva è stata «Una delle vertenze più dure per l'intreccio fra questioni occupazionali, giudiziarie, produttive e di proprietà. Penso che la nostra caparbietà e il rapporto con i lavoratori abbiano permesso di raggiungere un risultato positivo, che dovrà essere consolidato e gestito».

Ora si aprono gli interrogativi sul futuro, con uno fra Landini e Colla che dovrà garantire continuità al lavoro del sindacato: «Il segretario eletto è il segretario di tutti. Per noi non esiste un uomo solo al comando, ma un gruppo dirigente e una responsabilità collettiva - ricorda Camusso. Lascio una Cgil più giovane, con molte donne nei luoghi di comando. Una Cgil attrezzata ad affrontare le difficoltà. Al mio successore dico di continuare ad alimentare la partecipazione, la nostra chiave negli anni difficili. Di ricordi belli ce ne sono tanti: accordi sindacali che abbiamo chiuso in situazioni disperate, alla conquista della legge sul caporalato, un impegno lungo. Una lotta dolorosa perché ci sono vittime ignorate che hanno segnato questo percorso. Penso al 1 maggio a Pozzallo, quando discutere di migranti era ancora possibile in questo paese».

Dando il benvenuto a Bari, il sindaco Decaro ha ricordato che questa è «La quinta area più popolosa del Paese, con oltre 1.200.000 abitanti, il distretto industriale più importante del versante adriatico italiano per volume di ricchezza, ma anche l'area dove, negli ultimi anni, nonostante la congiuntura economica negativa, sono stati effettuati investimenti privati consistenti». Gli investimenti baresi di importanti realtà industriali come Getrag, Bosch, General Electrics, Osram, Merck Serono e Magneti Marelli anche grazie anche grazie «All'azione di un sindacato aperto e moderno, pronto a cogliere le sfide più innovative. Un sindacato in Puglia ha una tradizione di lotte per l'emancipazione dei lavoratori e per la libertà. Il sindacato di Giuseppe Di Vittorio e di Peppino Di Vagno e di tutti quelli che, anche a costo della vita, hanno contribuito a costruire la democrazia nel nostro Paese», ha ricordato Decaro.