A Bari protestano Rsa e centri diurni: «Destinati a una crisi drammatica»

La manifestazione convocata davanti alla sede del consiglio regionale da Fmpi Sanità

mercoledì 8 luglio 2020 16.47
Protestano i titolari di Rsa e centri diurni, che questa mattina si sono dati appuntamento a Bari, davanti alla sede del consiglio regionale della Puglia in via Gentile, per manifestare e per consegnare le chiavi delle proprie strutture. «Un gesto simbolico che, tuttavia, racchiude le preoccupazioni di un settore messo in ginocchio dall'emergenza covid e dalle lungaggini amministrative della Regione Puglia», si legge nella nota di Fmpi sanità, che ha convocato la manifestazione.

«Centri diurni e RSA sono ormai destinati a una drammatica crisi in termini economici e istituzionali - spiega il presidente nazionale del settore Sanità della Federazione Medie e Piccole Imprese (FMPI) Alessandro Saracino. Assistiamo ormai da lunghi mesi all'emanazione di farraginose disposizioni e delibere regionali che portano sempre più nel baratro le aziende di settore, imponendo regole organizzative e strutturali inutili, in termini di sicurezza, per gli assistiti e gli operatori e che pregiudicano inesorabilmente la sopravvivenza delle stesse strutture».

I manifestanti sottolineano che attualmente sui centri diurni per disabili pesa il trasporto sociale, situazione che si è aggravata con l'emergenza covid. «Le strutture - precisa Saracino- non sono tenute a effettuare il servizio di trasporto, ma sino a ora l'Asl non si è fatta carico della necessità che invece è di sua competenza. Inoltre regolamenti regionali hanno imposto alle aziende del settore socio sanitario l'introduzione di alcune figure riducendo drasticamente, invece, il numero degli educatori professionali e degli psicologi. In più gli stessi regolamenti hanno imposto adeguamenti strutturali e tecnologici di grande rilievo da un punto di vista dell'impegno economico ma senza misure compensative". "Dunque, i ritardi nella conversione dei posti e nell'adeguamento tariffario relativi alle nuove figure professionali come medici specialisti, infermieri (peraltro introvabili perché assorbiti dal Pubblico durante il clou dell'emergenza covid) e fisioterapisti hanno reso la situazione lavorativa ed economica insostenibile».

La Regione Puglia - ricordano da Fmpi - ha imposto alle RSA la realizzazione di veri e propri reparti Covid all'interno delle strutture con costi aggiuntivi per la tutela degli operatori e degli utenti. «Ciò che è più importante evidenziare – dice il presidente del settore Sanità della FMPI - è che la Regione Puglia non ha tenuto conto che queste disposizioni mettono a rischio di contagio sia gli assistiti che gli operatori. Dopo mesi di istanze, mirate a chiedere un confronto su questi importanti temi, al Dipartimento Welfare e Sanità della Regione Puglia i gestori delle strutture sono ormai allo stremo delle forze economiche e umane. Ecco perché domani manifesteremo l'impossibilità di continuare a lavorare in questo clima di incertezza e assenza di dialogo su temi così delicati come la salute pubblica e la tutela dei disabili. Per salvaguardare gli assistiti, ma anche i diritti e i posti di lavoro - conclude Saracino - i gestori associati a Fmpi Sanità sono pronti a ricorrere ai tribunali nella speranza che una auspicabile soluzione pacifica con la Regione possa permettere di tornare a operare con serenità nel bene di tutti».

«I centri diurni e le Rsa pugliesi non possono essere lasciati soli - dichiara il presidente di Italia in Comune alla Regione Puglia e vice presidente della III Commissione Sanità, Paolo Pellegrino - Mi unisco all'appello che medici, operatori e famiglie dei pazienti hanno lanciato questa mattina davanti alla sede del Consiglio Regionale della Puglia. Parliamo di strutture vitali per la nostra assistenza territoriale, ma che rischiano di essere fortemente ridimensionate, sia in termini di personale, sia per la capacità ricettiva, a causa del nuovo regolamento regionale. Un testo che non prevede un equo adeguamento delle tariffe, a fronte di costi aggiuntivi che si devono sostenere per adempiere ai nuovi requisiti previsti. Ricordo a tutti che proprio i centri diurni, ma soprattutto le Rsa, hanno dovuto gestire i momenti più delicati della pandemia, senza ricevere alcun adeguato supporto, finanche per i dispositivi di protezione individuale».

Sono convinto che il presidente e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, non resterà indifferente all'accorato appello di questa vasta platea di operatori sanitari ad alta specializzazione professionale, trattandosi di figure che tutto l'anno e a 360 gradi si occupano delle fragilità psicofisiche".

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