A Bari parte il progetto "Zero Cani in Canile": «Stop al business del randagismo»

La responsabile Francesca Sisto: «Necessaria grande collaborazione tra i soggetti coinvolti»

giovedì 22 marzo 2018
È stato presentato ieri pomeriggio, davanti a una folta platea di associazioni animaliste e volontari, il progetto "Zero cani in canile" ideato da Francesca Toto, esperta di marketing territoriale, e applicato con successo a Vieste dai volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane. L'obiettivo è quello di svuotare gradualmente i canili attraverso una serie di azioni congiunte e la costituzione di una fitta rete costituita da istituzioni e associazioni animaliste.

All'incontro a Palazzo di Città hanno presenziato anche il consigliere delegato del sindaco alle politiche per la tutela ed il benessere degli animali Livio Sisto, gli assessori allo Sviluppo Economico, Carla Palone, alle Culture, Silvio Maselli, e alle Politiche educative e giovanili Paola Romano, il comandante della Polizia Municipale Michele Palumbo e il dirigente della ripartizione Tutela dell'Ambiente Vincenzo Campanaro.

«Oggi siamo qui per ascoltare dai responsabili del progetto quanto realizzato negli 7 ultimi anni a Vieste - ha esordito Livio Sisto -, dove il Comune è riuscito a risparmiare circa 8mila euro l'anno e sono state portate a termine circa 900 adozioni, svuotando di fatto il canile sanitario. È bene chiarire che questa iniziativa non ha colore politico ma l'unico obiettivo di eliminare, un po' alla volta, un business, di circa 500mila euro solo nella nostra città, che nuoce ai nostri amici a quattro zampe».

Si tratta di un progetto gratuito per le amministrazioni e basato su 5 azioni fondamentali: educazione e formazione; sterilizzazioni, profilassi e cure; adozioni e integrazione degli animali nel tessuto sociale; costituzione di una task force di controllo composta da ASL, Polizia locale, Guardia di Finanza, Carabinieri forestali, associazioni, Protezione civile, Guardie zoofile, veterinari ed educatori cinofili; gestione e conversione dei canili in oasi polifunzionali.

«Per la riuscita del progetto, che comunque richiede molti anni - ha spiegato Francesca Toto - è necessaria una forte collaborazione tra i soggetti coinvolti per il bene degli animali. Inoltre, tutti devono necessariamente fare la loro parte, dai Comuni alle Asl passando per i volontari, perché spesso si è badato più alle questioni economiche che alla risoluzione del problema randagismo. In assenza di questi concetti basilari non esiste alcuna possibilità che si raggiunga l'obiettivo. Noi abbiamo cominciato con la sensibilizzazione nelle scuole, da quelle elementari alle superiori. I nostri figli sono gli unici, in realtà, in grado di farci cambiare davvero rotta. In provincia di Foggia lavoriamo da due anni con ottimi risultati. Collaboriamo con tutti, anche con le Forze dell'ordine che necessitano di formazione. Ciò che dobbiamo comprendere è che i canili sono destinati a svuotarsi, perché alimentati da risorse pubbliche che continueranno a diminuire nel tempo. Perciò è meglio lavorare da subito sulla formazione, prevenzione e sensibilizzazione e, non da ultimo, sulla maggiore offerta dei servizi, che consentono di migliorare le condizioni degli animali e, allo stesso tempo, di realizzare degli introiti. Tutti i cani possono essere adottati, anche i più problematici: l'importante è che non tornino più nei canili».

Di seguito, alcuni stralci del progetto "Zero cani in canile":