Uccisero un clochard per provare una pistola: condannati a 17 anni
I giudici del Tribunale per i Minorenni hanno inflitto ad entrambi la stessa pena: sono reclusi al Fornelli di Bari
giovedì 4 dicembre 2025
23.01
Sono stati condannati dal Tribunale per i Minorenni di Bari a 17 anni di reclusione, con rito abbreviato, due imputati - all'epoca 17enni - accusati dell'omicidio del cittadino indiano Nardev Singh. La vittima, 38enne, fu uccisa il 31 maggio 2024 a Ceglie del Campo per la volontà di provare una arma vera contro un bersaglio.
Un movente «sconvolgente» dietro il delitto del senza fissa dimora. Per i due imputati, all'epoca minorenni, i magistrati minorili avevano chiesto la condanna a 20 anni di reclusione. Il giudice ha escluso l'aggravante della premeditazione. Entrambi sono tuttora detenuti in carcere. Per lo stesso reato è a processo dinanzi alla Corte d'Assise di Bari (prossima udienza il 9 dicembre) il 22enne Paolo Natale Guglielmi, anche lui in carcere per quell'omicidio shock, decisamente allarmante.
A Guglielmi, già maggiorenne all'epoca dei fatti e ritenuto l'esecutore materiale, è contestata anche l'aggravante della minorata difesa e dell'avere agito insieme a minorenni. Quella sera, secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Matteo Soave e dalla Squadra Mobile di Bari, i tre sarebbero arrivati davanti al casolare di via De Candia e poi avrebbero attirato l'attenzione di chi si trovava all'interno. Insieme a Nardev, lì c'erano altre persone senza fissa dimora di varie nazionalità.
Gli occupanti del casolare «hanno sentito un richiamo provenire dall'esterno e Nardev è andato a vedere chi fosse. Dopo avere scambiato qualche frase, uno dei ragazzi (il maggiorenne) ha sparato due colpi di pistola e uno di questi ha colpito al petto la vittima, che è morta quasi immediatamente», trovata riversa a terra.
Un movente «sconvolgente» dietro il delitto del senza fissa dimora. Per i due imputati, all'epoca minorenni, i magistrati minorili avevano chiesto la condanna a 20 anni di reclusione. Il giudice ha escluso l'aggravante della premeditazione. Entrambi sono tuttora detenuti in carcere. Per lo stesso reato è a processo dinanzi alla Corte d'Assise di Bari (prossima udienza il 9 dicembre) il 22enne Paolo Natale Guglielmi, anche lui in carcere per quell'omicidio shock, decisamente allarmante.
A Guglielmi, già maggiorenne all'epoca dei fatti e ritenuto l'esecutore materiale, è contestata anche l'aggravante della minorata difesa e dell'avere agito insieme a minorenni. Quella sera, secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Matteo Soave e dalla Squadra Mobile di Bari, i tre sarebbero arrivati davanti al casolare di via De Candia e poi avrebbero attirato l'attenzione di chi si trovava all'interno. Insieme a Nardev, lì c'erano altre persone senza fissa dimora di varie nazionalità.
Gli occupanti del casolare «hanno sentito un richiamo provenire dall'esterno e Nardev è andato a vedere chi fosse. Dopo avere scambiato qualche frase, uno dei ragazzi (il maggiorenne) ha sparato due colpi di pistola e uno di questi ha colpito al petto la vittima, che è morta quasi immediatamente», trovata riversa a terra.