
Test di Medicina, Link Bari protesta: «Numero chiuso fallimento della sanità»
L'associazione studentesca: «L'emergenza Covid ha reso più evidente problemi di carenza del personale e imbuti formativi»
giovedì 3 settembre 2020
16.09
L'associazione studentesca Link Bari torna a protestare in concomitanza dei test di ammissione ai corsi di laurea in Medicina e Odontoiatria, che si sono svolti questa mattina in 57 aule dislocate in 5 plessi dell'Università di Bari. La manifestazione è stata organizzata davanti al plesso di Giurisprudenza: «Già negli scorsi anni - dichiarano da Link - ci siamo schierati contro un sistema che, tramite un test a crocette, pretende di decidere il futuro di tanti studenti e studentesse, escludendo di fatto migliaia di giovani dai processi formativi e remando contro l'innegabile bisogno di organico del SSN. Se, infatti, la grave carenza di personale medico, correlata al definanziamento della formazione universitaria e all'introduzione di imbuti formativi come numero chiuso e insufficienza delle borse di specializzazione, è da tempo un problema, la recente emergenza Covid ha reso ancor più pressante la necessità di investimenti nella sanità e in un sistema universitario il più possibile includente».
L'associazione continua: «La "programmazione" del numero chiuso poggia su tagli alla spesa pubblica e diventa garanzia di precarizzazione della sanità che di conseguenza, non è in grado, oggi più che mai, di soddisfare il fabbisogno di salute. Prospettandosi la prosecuzione della mobilitazione dei medici in formazione avvenuta in autunno, si configura l'urgenza di mettere in discussione il sistema attuale, rivendicando un'idea di università che decostruisca l'impianto competitivo insito nel test e nell'intero corso, da cui derivano disuguaglianze ed effetti negativi sulla salute psicologica di studenti e studentesse. L'emergenza non è finita e, in un contesto di profonda crisi sociale, non possiamo che pretendere l'assoluta priorità che formazione e sanità devono avere nella destinazione dei fondi europei, che dunque devono servire per aumentare l'accesso degli studenti all'università e a rinforzare il nostro sistema sanitario nazionale».
L'associazione continua: «La "programmazione" del numero chiuso poggia su tagli alla spesa pubblica e diventa garanzia di precarizzazione della sanità che di conseguenza, non è in grado, oggi più che mai, di soddisfare il fabbisogno di salute. Prospettandosi la prosecuzione della mobilitazione dei medici in formazione avvenuta in autunno, si configura l'urgenza di mettere in discussione il sistema attuale, rivendicando un'idea di università che decostruisca l'impianto competitivo insito nel test e nell'intero corso, da cui derivano disuguaglianze ed effetti negativi sulla salute psicologica di studenti e studentesse. L'emergenza non è finita e, in un contesto di profonda crisi sociale, non possiamo che pretendere l'assoluta priorità che formazione e sanità devono avere nella destinazione dei fondi europei, che dunque devono servire per aumentare l'accesso degli studenti all'università e a rinforzare il nostro sistema sanitario nazionale».