Sito archeologico a due passi dall'aeroporto, Lombardi: «Qui abbiamo qualcosa di raro nel mondo»

Mentre non si placano le polemiche sulla distruzione del villaggio neolitico, nuovi scavi interessano la zona al confine con Bitonto

lunedì 3 settembre 2018 18.48
A cura di Elga Montani
Un nuovo sito archeologico a Bari, a due passi dall'aeroporto di Palese e vicinissimo al confine con Bitonto. Dopo le polemiche dei giorni scorsi relative alla distruzione del sito nei pressi di via Vittorio Veneto, sempre a Palese, per fare posto a die villini a schiera che continua a far discutere, una nuova scoperta di rilevante importanza si affaccia all'orizzonte e parte la lotta per far sì che questo nuovo sito non venga perso.

«Abbiamo iniziato la nostra lotta 5 anni fa – dichiara l'architetto Eugenio Lombardi – presidente dell'associazione Ecomuseale – abbiamo cominciato nel territorio di Palese dove erano emersi resti straordinari e rarissimi in un villaggio neolitico di circa 8500 anni fa, e oggi si scava nella zona dell'aeroporto in sintonia con quelle visioni che davano il tessuto neolitico estendersi dalla costa fino oltre Bitonto».

«Qui abbiamo qualcosa di raro nel mondo – sottolinea Lombardi – e lo avremmo avuto ancora di più se 50 anni fa si fosse compreso e non si fosse continuato a distruggere. Quello che rimane è comunque nelle condizioni di poter far sistema. Se non lo si comprende c'è un'ottusità che purtroppo non può essere superata».

Non si placano intanto le polemiche sulla distruzione del sito neolitico, e all'attacco oggi va il Movimento 5 Stelle, una cui delegazione composta dai consiglieri regionali Antonella Laricchia e Gianluca Bozzetti, dal deputato Michele Nitti e dal consigliere comunale Sabino Mangano, è stata ricevuta in seguito ad una richiesta avanzata dal deputato Paolo Lattanzio, dal Soprintendente La Rocca e dalla dott.ssa Francesca Radina, responsabile della sezione territoriale. I pentastellati sono critici nei confronti dell'amministrazione comunale che a loro dire avrebbe potuto fare di più per evitare la distruzione di anni di storia.

«A prescindere dai motivi per cui la Soprintendenza abbia ritenuto di concedere il nullaosta alla costruzione – dichiarano i cinquestelle – e abbia considerato inefficace una musealizzazione in situ di quanto rinvenuto, riteniamo che il Comune di Bari non sia stato sufficientemente sensibile alle richieste che provenivano dal basso mancando di valutare tempestivamente la possibilità di mettere in campo dei meccanismi perequativi che avrebbero potuto salvaguardare la volontà dei cittadini di quel quartiere».