Processo Pandora, 90 condanne per i clan Diomede-Capriati e Mercante di Bari

Tra i capi d'accusa: associazione mafiosa pluriaggravata, tentati omicidi, armi, rapine, furti, lesioni personali, sequestro di persona e violazioni della sorveglianza speciale

martedì 28 gennaio 2020 18.33
Sono stati condannati a pene tra gli 11 anni e 4 mesi ai 4 anni e 6 mesi di reclusione 90 imputati su 91 del processo Pandora, tutti affiliati ai due clan Diomede-Mercante e Capriati di Bari. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato, gli imputati rispondevano a vario titolo di associazione mafiosa pluriaggravata, tentati omicidi, armi, rapine, furti, lesioni personali, sequestro di persona e violazioni della sorveglianza speciale.

Alla lettura del dispositivo, nell'aula bunker di Trani, hanno assistito il procuratore Giuseppe Volpe e i pm che hanno coordinato le indagini, Lidia Giorgio e Renato Nitti. Le condanne più elevate sono state comminate tra gli altri al boss Nicola Diomede di Bari, condannato a 11 anni e 4 mesi e al boss bitontino Domenico Conte (10 anni e 8 mesi).

Le condanne sono così ripartite: 51 imputati sono stati riconosciuti appartenenti all'associazione mafiosa denominata "clan Mercante/Diomede"; 36 imputati sono stati riconosciuti appartenenti all'associazione mafiosa denominata "clan Capriati"; 2 imputati sono stati condannati per aver preso parte, nel tempo, ad entrambe le consorterie mafiose e 1 imputato è stato condannato per rapina aggravata e sequestro di persona.

Nel processo Pandora avrebbe dovuto trovare spazio l'esame delle posizioni di altri 6 soggetti, tutti però deceduti per morte violenta a causa di lesioni da colpi d'arma da fuoco e sono: Diomede Cesare (ucciso nel 2011); Matera Nicola (ucciso nel 2012); Villoni Massimiliano (ucciso nel 2012); Sifanno Donato (ucciso nel 2014); Luisi Luigi (ucciso nel 2016); Fiorile Gaetano (ucciso nel 2017).

Il giudice ha inoltre condannato gli imputati al risarcimento danni nei confronti delle parti civili costituite nel processo, ovvero il Comune di Bari, il Comune di Terlizzi e l'associazione Antiracket di Molfetta.