Porto di Bari, scoperto con un dispositivo antinquinamento falso sul camion. Scatta la multa

La polizia ha sequestrato il mezzo, di nazionalità bulgara, fino a quando non si sarà messo in regola con le norme europee

lunedì 27 gennaio 2020 13.17
Aveva installato sul suo camion un dispositivo falso per aggirare l'utilizzo dell'additivo antinquinamento Adblue, ma è stato fermato e sanzionato dal distaccamento della Polizia Stradale di Ruvo di Puglia nel porto di Bari. In questi casi, la multa può superare anche i mille euro, e la polizia può fermare il mezzo fino a quando lo stesso non venga posto nuovamente in regola.

Nell'ambito di un controllo a un complesso veicolare di nazionalità bulgara, gli agenti hanno notato, nel vano porta fusibili, la presenza di una scatolina in plastica di colore nero, ben occultata, con due led a luce blu lampeggiante, riportante la scritta "New ADBLUE", versione 3.0 BS. I successivi accertamenti hanno consentito di appurare che il dispositivo era installato al fine di eludere la normativa antinquinamento.

Dal settembre 2016, infatti, è obbligatorio che tutti i veicoli diesel, nel rispetto della normativa Euro 6, siano dotati di serbatoio destinato all'additivo Adblue che, intervenendo a monte del processo di combustione del propellente, riduce le emissioni inquinanti. Qualora l'additivo venga a mancare, la velocità del mezzo viene automaticamente ridotta sino poi ad impedire l'avvio del veicolo stesso. Il dispositivo fraudolento inviava un segnale alla centralina del mezzo, facendo risultare rifornito il serbatoio dell'Adblue, così da permettere di utilizzare il veicolo senza limitazioni.

Oltre agli effetti nocivi per l'ambiente (con tale dispositivo infatti il veicolo inquina al pari di un mezzo catalogato come Euro 1) tale pratica scorretta influisce sulla concorrenza tra imprese di trasporti, consentendo un abbattimento del costo della gestione dei mezzi e penalizzando le imprese che operano correttamente. Inoltre, i veicoli che rispettano la normativa Euro 6 fruiscono anche di agevolazioni fiscali a livello europeo e di riduzioni consistenti nel pagamento dei pedaggi autostradali: la condotta dei trasportatori scorretti rappresenta, quindi, anche un tentativo di frode alle casse erariali.