Oncologico Giovanni Paolo II di Bari, il dottor Napoli sperimenta nuovo intervento antitumore

Una tecnica mini invasiva per rimuovere parte di un polmone e salvare il paziente

mercoledì 29 agosto 2018
Un'importante e felice sperimentazione di chirurgia è in atto nelle sale operatorie dell'Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, a opera del chirurgo bitontino Giovanni Napoli e della sua equipe. Si tratta di operare una piccola incisione, di appena 3,5 centimetri, sul torace per rimuovere parte di un polmone affetto da un tumore e salvare così il paziente, pronto ad affrontare un decorso post operatorio abbastanza simile a quello di un banale intervento ambulatoriale.

Il complesso intervento chirurgico è stato eseguito dall'equipe del dottor Gaetano Napoli, composta dai colleghi Paolo Sardelli (responsabile del reparto) ed Elvira Spada, l'anestesista Eugenio Canniello, e la squadra infermieristica, A. Desimone (strumentista), A. Saracino, A. De Rosa, M. Carrassi (infermieri di sala), per un'importante esperienza medica che vede l'istituto barese in prima fila.

Il dottor Napoli e il suo staff hanno eseguito una lobectomia polmonare (Lobo Inferiore Polmone Destro) per tumore primitivo con tecnica VATS Monoportale (Chirurgia Toracica Video-Assistita), un metodo di chirurgia mininvasiva dai vantaggi riconosciuti, che punta a sostituire quella tradizionale o "open" in moltissime indicazioni chirurgiche, ma è praticata in un numero molto limitato di centri, poche decine in tutta Italia.

Rispetto a una toracotomia tradizionale, questa nuova tecnica prevede l'utilizzo di strumenti toracoscopici dedicati, inseriti attraverso 2/4 incisioni di accesso di piccole dimensioni. Una tecnica mininvasiva messa a punto per la prima volta in Italia agli inizi degli anni '90 da Giancarlo Roviaro, sebbene a quel tempo non godette di grande diffusione nel nostro Paese, suscitando invece grande interesse all'estero, e soprattutto negli Stati Uniti. Lì venne ampiamente sviluppata prima di far ritorno sulla Penisola negli ultimi anni. Consente la riduzione del trauma, del sanguinamento, del dolore, tempi di ospedalizzazione più rapidi, così come quelli di recupero per il paziente.

Un passo in avanti, insomma, per tutto il movimento medico-chirurgico della Puglia e del Mezzogiorno che, nonostante le enormi difficoltà in cui è costretto da tempo ad operare, dimostra di poter contare su professionalità che non hanno niente da invidiare a quelle delle altre regioni d'Italia.