Offese sessiste a Melini, la difesa di Colella accusa Lacoppola

Si è tenuta ieri la seconda udienza del processo, sul banco dei testimoni 21 consiglieri presenti alla seduta incriminata. Unico assente proprio l'assessore

mercoledì 8 gennaio 2020
A cura di La Redazione
La difesa dell'ex consigliere pentastellato Colella, unico imputato nel processo per le accuse sessiste a Irma Melini in aula Dalfino, punta il dito contro l'assessore Lacoppola.

Ieri, dalle 11 alle 16, è andata in scena la seconda udienza del processo. Sentiti tutti i 21 consiglieri presenti alla votazione incriminata in cui qualcuno scrisse invece del voto l'offesa alla ex consigliera Melini. Unico assente proprio Lacoppola, che non avrebbe avuto la convocazione non avendo ritirato la raccomandata in questione.

Tutti i consiglieri all'epoca acconsentirono di sottoporsi ad una perizia grafologica sulla quale si basa l'accusa a Colella. In aula ieri la difesa ha presentato una sua perizia di parte per presentare la quale ha testimoniato la grafologa Rosa Martino, che ha escluso la responsabilità di Colella, attribuendo invece la scritta sessista a Lacoppola. Stando a quanto dichiarato dalla grafologa quest'ultimo nel saggio grafico avrebbe: «Dissimulato la propria scrittura al 99%».

«Oggi (ieri, ndr) sono e siamo stati tutti chiamati a testimoniare sull'accaduto, ripercorrendo tutti i momenti di quel folle e doloroso consiglio comunale di due anni fa - commenta Melini via Facebook -Ascoltati uno ad uno i 21 consiglieri, soltanto uno non aveva ricevuto l'avviso di convocazione per oggi, non emerge ancora il colpevole. Anzi, nessuno ha visto cosa scriveva il compagno di banco e c'è chi neanche ricorda chi gli fosse seduto vicino. La consulenza del Pubblico Ministero all'epoca, oggi confermata, individua come autore Francesco Colella, contro cui si muove questo giudizio, mentre questo pomeriggio la consulenza della difesa ha individuato un'altra ipotesi. Restano agli atti le deposizioni mie, dei miei colleghi presenti, quella di Colella e dei due consulenti. A me resta la Giustizia, quella paziente e tenace, che aspetta che tutti i tasselli vadano al loro posto, che non si affida alla eventuale confessione di chi l'ha già tradita, ma che confida silenziosamente in chi la esercita».

La prossima udienza si terrà il prossimo 3 marzo. In quell'occasione verrà ascoltato Lacoppola e ci saranno le discussioni finali di accusa e difesa.