Nascose la pistola di Capriati, a processo la donna che era con lui

La donna risponde di detenzione e porto illegale d’arma da fuoco con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa

giovedì 18 dicembre 2025 9.00
A cura di Nicola Miccione
Detenzione e porto illegale d'arma da fuoco con l'aggravante mafiosa. Così il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Anna De Simone, ha rinviato a giudizio Angela De Cosmo, la 36enne di Triggiano che era con Raffaele Capriati il 1 aprile 2024 quando l'uomo fu ucciso. Il processo inizierà il 3 febbraio 2026.

Stando alle indagini della Squadra Mobile, dirette dal pubblico ministero antimafia Marco D'Agostino, quando Capriati fu colpito, De Cosmo avrebbe nascosto la pistola che l'uomo aveva con sé e ne avrebbe fatto perdere le tracce: l'arma, che sarebbe stata notata da alcuni testimoni, non è mai più stata trovata. La donna, assistita dall'avvocato Pino Giulitto ed attualmente in stato di libertà, era al volante della Fiat 500 a bordo della quale, come passeggero, c'era proprio Capriati.

I due avevano trascorso alcune ore insieme in un bed and breakfast del rione Torre a Mare, quando in via Morelli e Silvati, furono avvicinati dai sicari che uccisero Capriati. Sono state due 16enni a dire che, quando il personale del 118 ha estratto il corpo del 41enne dall'abitacolo, «gli è caduta una pistola». Per gli inquirenti, la pistola che il nipote del boss Antonio aveva con sé cadde quando il suo corpo fu spostato sulla barella: De Cosmo, a quel punto, l'avrebbe presa e nascosta.

Ascoltata dagli inquirenti, però, la donna ha sempre detto di non sapere se «Lello» fosse armato o meno. La pistola non è stata più recuperata perché la 35enne «l'ha portata con sé, dileguandosi». Dell'arma, dunque, a quasi due anni dall'agguato, non c'è traccia, mentre le indagini sull'omicidio continuano e sono in corso.