Monopoli, lo spaccio corre su Instagram

Arrestato un pusher ventenne che utilizzava gli spazi comuni delle scuole per vendere stupefacenti

martedì 18 febbraio 2020 12.06
Utilizzavano Instagram e la frase "Ho bisogno di una mano" per spacciare davanti alle scuole di Monopoli. Il sistema era semplice: una coppia di giovani (di cui uno minorenne) a bordo di un motociclo, si presentavano negli orari d'ingresso e avvicinavano gli studenti con l'intento di vendere stupefacenti. Bloccati e perquisiti dai carabinieri sono stati trovati in possesso di dosi di marijuana già confezionate in bustine in cellophane e pronte ad essere vendute, oltre a 140,00 euro in contanti, provento dell'attività di spaccio. Le indagini, svolte dai carabinieri del posto, mediante attività tecniche e di acquisizioni delle dichiarazioni fornite da persone a conoscenza dei fatti, sono proseguite consentendo di ricostruire il "giro" dei due pusher.

È stato quindi accertato che l'arrestato gestiva un'attività in proprio da quasi un anno, essendo il fornitore di molti giovani monopolitani, soprattutto studenti, i quali, mediante appuntamenti stabiliti su instagram, acquistavano dallo stesso hashish o marijuana, pagando le dosi 10 o 20 euro a seconda del peso. Gli appuntamenti venivano fissati a scuola oppure nelle piazze centrali della città. Nel corso dell'attività sono state altresì sequestrate 30 bustine pronte ad essere confezionate per l'attività di vendita ed un bilancino di precisione. Attualmente il giovane è stato sottoposto in regime di arresti domiciliari come disposto dall'Autorità Giudiziaria mandante.

Le indagini sono state avviate durante l'esecuzione dei servizi nell'ambito del progetto "Scuole Sicure" (un protocollo coordinato dal Ministero dell'Interno che ha come fine quello di prevenire e contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti negli istituti scolastici): la presenza delle pattuglie dei carabinieri davanti alle scuole è stata subito notata dai genitori di alcuni alunni, i quali, hanno segnalato ai militari il comportamento più che sospetto del 20enne, in concomitanza degli orari di entrata e uscita dalle lezioni, manifestando altresì il disagio e la preoccupazione che vivevano i propri figli, spettatori delle attività illecite.