Mafia a Bari, Olivieri non risponde. Parlerà «quando avrà tutti gli atti»

L'ex consigliere regionale arrestato per scambio elettorale politico-mafioso in relazione alle elezioni del 2019 ha fatto dichiarazioni spontanee

giovedì 29 febbraio 2024 21.20
A cura di Nicola Miccione
Giacomo Olivieri, l'ex consigliere regionale arrestato lunedì mattina con le accuse di scambio elettorale politico-mafioso in relazione alle elezioni comunali di Bari della primavera 2019, «ha iniziato, con alcune dichiarazioni spontanee, a chiarire fatti e circostanze certamente utili per il prosieguo delle indagini preliminari».

A dirlo, in una nota, i difensori di Olivieri, gli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, che sottolineano come l'ex consigliere regionale si è dichiarato disponibile «a rendere interrogatorio appena avrà avuto conoscenza di tutti gli atti di indagine». Olivieri, dunque, per il momento, dopo aver reso dichiarazioni spontanee, ha poi deciso di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari di Brindisi, Vilma Gilli, nel carcere in cui è ristretto per l'inchiesta sulla mafia e voti.

Secondo l'accusa, Olivieri avrebbe raccolto i voti della criminalità (nello specifico dei clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuglio di Bari) per permettere l'elezione della moglie, Maria Carmen Lorusso, al consiglio comunale. Lorusso, che poi fu eletta, è stata arrestata nell'ambito della stessa indagine e adesso è confinata ai domiciliari insieme al padre Vito, oncologo e indagato per questa ed altre vicende (chiedeva soldi ai pazienti per le visite) relative alla sua professione sanitaria.

Lorusso fu eletta nelle file del centrodestra con la lista civica Di Rella sindaco, a sostegno del candidato Pasquale Di Rella, salvo poi passare nella maggioranza di centrosinistra che sostiene il sindaco Antonio Decaro. Oggi è esponente di Sud al Centro. Il loro interrogatorio dovrebbe svolgersi nella prossima settimana.