La fecondazione in vitro diventa 3D, una ricerca dell'Università di Bari

Un metodo per terapie più efficaci e per tutelare diverse specie a rischio

giovedì 24 settembre 2020 15.17
La fecondazione in vitro diventa 3D e coltiva l'ambizione di aumentare sia l'efficienza degli interventi di procreazione assistita nell'uomo, sia di contribuire alla tutela di specie animali minacciate dal rischio di estinzione. La ricerca, tutta italiana, è stata pubblicata sulla rivista internazionale Plos One dal gruppo di Biotecnologie riproduttive del dipartimento di Bioscienze-Biotecnologie-Biofarmaceutica dell'Università di Bari, coordinato da Maria Elena Dell'Aquila.

Con un innovativo approccio bioingegneristico, durante lo studio le cellule uovo di un modello animale sono state incapsulate in microsfere di idrogel, una sostanza composta per la maggior parte di acqua, mediante tecnologia di stampa 3D per ottenere strutture per la coltura in vitro. Questo ha migliorato la vitalità e il potenziale di sviluppo delle cellule uovo microincapsulate rispetto a quelle coltivate con i metodi convenzionali 2D.

«Lo studio interdisciplinare - osserva l'Università di Bari in una nota - ha importanti applicazioni e ricadute nella produzione di embrioni in vitro sia per la procreazione medicalmente assistita, per l'industria delle produzioni animali, per la propagazione di specie a rischio di estinzione e per la valutazione del rischio da agenti chimici sulla fertilità femminile».