Bari, l'Umbertino, WhatsArt e l'eterna diatriba tra arte e decoro urbano

Comparsi davanti al Kursaal i barattoli riciclati da usare come cestini e posacenere, ma non tutti hanno apprezzato

lunedì 8 aprile 2019 15.48
A cura di Elga Montani
Negli ultimi giorni, a Bari, è possibile notare per la città dei barattoli, posizionati sui pali come dei piccoli cestini o posacenere. Sono il risultato dell'azione di guerrilla marketing di WhatsArt: «un contenitore artistico ideato per propagare e diffondere l'arte in ogni sua forma». E i barattoli, in alcuni casi decorati e adottati anche da alcuni commercianti cittadini, uniscono in un certo qual modo l'arte urbana all'utilità sociale, e sono solo il primo atto di un processo che coinvolgerà diverse forme d'arte, essendo il collettivo fatto da illustratori, pittori, writers, musicisti, fumettisti, manager musicali, stilisti, esperti di marketing e comunicazione, imprenditori. Ma questo "attacco d'arte" non è passato inosservato e alcuni cittadini dell'umbertino non hanno gradito la comparsa, in alcune zone, dei barattoli.

Questa mattina, infatti, in seguito a segnalazione, il Comitato Salvaguardia Zona Umbertina si chiedeva se: «il nuovo modello "artigianale" di cestino porta rifiuti che fa bella mostra di sé dinnanzi al Kursaal Santalucia» piacesse agli abitanti. E non molti sono stati quelli entusiasti.

«Siamo in zona A - sottolinea Mauro Gargano, presidente del Comitato - e i relativi arredi urbani sono stati stabiliti dalla relativa commissione di concerto con la sopraintendenza. Nulla contro l'iniziativa di WhatsArt, ma mi sembra non in linea con quanto stabilito nel regolamento comunale, almeno in questo contesto urbano».
I barattoli di Whatsart
I barattoli di Whatsart
I barattoli di Whatsart