Il ministro Provenzano da Bari: «Abbiamo occasione di colmare il divario nord-sud»

L'intervento agli Stati generali della Cgil: «Richiamo gli alleati di governo alla responsabilità. Puglia è il Mezzogiorno produttivo»

giovedì 3 settembre 2020 13.04
A cura di Riccardo Resta
Proseguono gli "Stati generali" della Cgil Puglia, in corso questa mattina nel teatro Petruzzelli di Bari. Durante i lavori è intervenuto anche Giuseppe Provenzano, ministro per il Mezzogiorno, che sul tema dell'evento (la ripartenza dopo la crisi della Puglia e del Paese), ha detto: «Abbiamo l'occasione storica di colmare il divario e non va sprecata, attivando le risorse con tutti gli investimenti disponibili. C'è il piano di "Next generation you", dove il Mezzogiorno deve avere un ruolo prioritario, perché il fabbisogno di investimento del nostro Paese è al Sud. A questo si aggiungono le risorse della coesione, che sono aumentate a beneficio delle regioni meno sviluppato. Lo facciamo perché siamo convinti che questo serva a liberare il potenziale del territorio, e allo sviluppo nazionale. Serve anche al centro-nord, perché questo paese è molto più unito di quello che ha provato a raccontarci chi per anni l'ha descritto come diviso».

Per Provenzano la ricetta è la creazione di «Infrastrutture subito. Siamo impegnati in un'opera strategica, subito dopo dobbiamo concentrarci su come mettere a terra gli interventi. Per questo serve la semplificazione che abbiamo varato, e serve rafforzare i bracci operativi dell'amministrazione pubblica. Tante risorse sono state stanziate al Sud anche negli anni scorsi, ma spesso non sono state spese o i ritmi di spesa sono stati lenti. Oggi abbiamo bisogno di determinare effetti sui redditi e sull'occupazione, e dobbiamo concentrarci soprattutto sull'aspetto realizzativo».

Provenzano ha poi parlato anche dello stato di salute del Partito democratico, la compagine di governo di cui fa parte, e mette a segno delle stoccate indirizzare gli alleati, Movimento 5 stelle e ItaliaViva: «Il Pd è uno dei pochi partiti in salute, grazie al lavoro di Zingaretti che ha preso un partito in macerie e l'ha reso protagonista della politica in Italia, alternativo alla destra - ha continuato Provenzano. Oggi tutti i fronti che si stanno giocando una grande partita vedono il Partito democratico come protagonista; è merito di un nuovo corso. Vanno chiamati alla responsabilità i nostri alleati, che si sono assunti la responsabilità di aver fatto un favore a Salvini. Nel Governo siamo tutti aghi della bilancia; la maggioranza parlamentare non è amplissima, la stabilità è assicurata dal lavoro svolto, di cui si è fatto carico soprattutto il Partito democratico. Quando chiediamo di rispettare fino in fondo gli impegni assunti non possiamo perdere tempo».

Sulle regionali in Puglia del 20 e 21 settembre, Provenzano incalza: «La Puglia è una partita decisiva non per il governo nazionale ma per il destino dei pugliesi. Questa regione rappresenta un sud che innova, operoso, che lavoro e produce. Un sud che può guardare al futuro a testa alta».

Elezioni che si svolgeranno in concomitanza con la consultazione popolare sul taglio dei parlamentari. Materia in merito al quale Provenzano commenta: «Politicizzare il referendum rischia di essere un grande errore, invece di concentrarsi su quello che le forze politiche negli ultimi anni hanno sempre proposto come riforma costituzionale. La riduzione dei parlamentari non basta, va accompagnata con dei correttivi istituzionali e costituzionali. Serve una modifica della legge elettorale, perché abbiamo l'esigenza di garantire rappresentanza a tutti i territori, in particolare a quelli che rischiano di essere penalizzati da un taglio lineare. Questa non è un'esigenza solo del Pd, ma della democrazia italiana di cui dobbiamo farci carico tutti. Per fortuna è stata calendarizzata in Parlamento la legge elettorale; andiamo avanti con la massima determinazione».

Il centrodestra accusa il Governo di voler dirottare al Nord le risorse del Recovery fund. Provenzano risponde: «Lo stesso centrodestra che per anni ha spostato risorse dal Sud al centronord, che nella crisi precedente tagliò 26 miliardi con Tremonti al Ministero dell'Economia per pagare interventi infrastrutturali al centronord. Non un euro è stato tagliato al sud, le risorse che metteremo in campo nei prossimi mesi aumenteranno; ci stiamo concentrando per spenderle bene, come per troppi anni non è stato fatto».