Ex Om Carrelli, guerra tra lavoratori: «La legge sia uguale per tutti»

Dopo 7 anni di illusioni cresce la tensione tra chi aspetta la reindustrializzazione e chi prova a fare il furbo

venerdì 11 maggio 2018 18.27
A cura di Elga Montani
Sono passati più di 7 anni da quando i cancelli della ex Om Carrelli si sono chiusi. Sette anni in cui si sono alternate tante promesse e tante illusioni. Sette anni in cui non tutti i lavoratori sono riusciti a continuare a credere nella reindustrializzazione, e in cui è stato difficile andare avanti e permettere alle proprie famiglie di sopravvivere. L'ultimo brutto colpo è stato forse il peggiore, nella Tua Industries e nell'auto elettrica ci avevano creduto davvero, soprattutto dopo la presentazione in pompa magna del progetto durante la Fiera del Levante dello scorso anno. E invece anche quel progetto è andato in fumo e ora si spera nell'interessamento della GEP, ultima azienda ad aver presentato un progetto di interesse per l'ex Om dopo la scadenza dei termini data dal curatore fallimentare.

Difficile più che mai la situazione dei lavoratori, in un momento in cui le speranze che possa esserci la reindustrializzazione sono ridotte al lumicino, non percepiscono redditi da Dicembre e hanno famiglie da mantenere. Una situazione in cui il malcontento e l'incertezza del futuro portano ad una "guerra" tra di loro, tra chi fiducioso attende, e chi invece per bisogno o per altro cerca di lavorare comunque nonostante il contratto con la Tua Industries ancora in essere, non essendoci stato licenziamento.

Purtroppo il mondo del lavoro in Italia in questi 7 anni è molto cambiato, e sono anche cambiati i contratti per cui non ci sono solo quelli che lavorano in nero, ma anche chi si concede dei "contratti" con altre aziende, di non si sa bene quale natura, dato il marasma di possibilità concesse dai governi alle aziende negli ultimi anni per assumere senza assumere.

«Ciò che vogliamo è che la legge sia uguale per tutti - dichiarano i lavoratori ex Om - alcuni hanno dato le dimissioni anche solo per lavorare un mese, e non troviamo giusto che ci sia chi fa il furbo a discapito degli onesti. Abbiamo saputo di alcuni di noi che stanno lavorando in altre aziende con assunzione, cosa che non crediamo sia possibile e su cui sia giusto fare chiarezza. È necessario nella situazione in cui siamo che si sappia davvero il numero di coloro che hanno atteso senza alcun reddito, evitando di dare le dimissioni e sperando davvero nella reindustrializzazione. Probabilmente non arriviamo nemmeno a 150».

Purtroppo come detto la legge attuale prevede anche i famosi contratti di collaborazione, per cui anche un dipendente di un'azienda può lavorare in un'altra in modo discontinuo senza essere fuorilegge e senza dover nemmeno versare contributi all'Inps se non si superano determinati redditi. Necessario, quindi, che chi sta gestendo la vertenza si preoccupi di controllare in che modo stiano operando i lavoratori in attesa, per far in modo che nessuno approfitti di una situazione già molto delicata. D'altronde erano circa 300 i dipendenti rimasti senza lavoro nel lontano 2011, oggi sono rimasti teoricamente in 173 ad aspettare una soluzione della vertenza.