Doppia preferenza di genere in Puglia, forze politiche chiedono riconvocazione del Consiglio

Centrodestra, centrosinistra e 5 stelle si dicono pronti a tornare in aula per votare la modifica alla legge elettorale. All'orizzonte intervento del governo centrale

venerdì 31 luglio 2020 11.51
Si fa sempre più rovente il tema della doppia preferenza di genere in Puglia. Dopo il nulla di fatto dello scorso 28 luglio, ieri sera il premier Giuseppe Conte e il ministro Teresa Bellanova (entrambi pugliesi) hanno "minacciato" di commissariare il consiglio regionale in assenza di un adeguamento autonomo in vista delle elezioni di settembre. Dalle forze politiche regionali arrivano nuove richiesta di riconvocazione dell'aula, per approvare la modifica alla legge elettorale richiesta dalla normativa nazionale.

Paolo Campo, capogruppo del Pd, scrive: «Il Partito democratico è pronto a votare anche domani la riforma della legge elettorale che prevede doppia preferenza di genere e obbligo di rispettare la proporzione 60/40 tra i generi nella composizione della lista. E questo è il testo della norma: Ogni elettore dispone di un voto di lista e ha facoltà di attribuire al massimo due preferenze di cui una riservata ad un candidato di sesso diverso della stessa lista, pena l'annullamento della preferenza successiva alla prima, scrivendo i cognomi su ciascuna riga posta a fianco del contrassegno. Nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi deve essere rappresentato in misura superiore al 60%. In caso di quoziente frazionario, si procede all'arrotondamento all'unità più vicina. Qualora la lista non rispetti tale rapporto percentuale, l'ufficio centrale circoscrizionale riduce la lista cancellando i nomi dei candidati appartenenti al genere rappresentato in misura eccedente, procedendo dall'ultimo della lista fino ad assicurare il rispetto della suddetta percentuale. È su quest'ultimo punto che il centrodestra ha alzato le barricate dell'ostruzionismo, impedendo l'approvazione della riforma della legge elettorale della Regione Puglia. Invece, è approvando questa norma che abbiamo l'opportunità di adeguare compiutamente, magari all'unanimità, la legge elettorale regionale ai dettami previsti dal legislatore nazionale. Questo è il punto su cui misureremo l'effettiva disponibilità ad approvare la norma che facilita l'accesso delle donne al Consiglio regionale. Il resto è ingannevole propaganda e retorica ipocrita».

Più morbida la posizione dell'onorevole Marco Lacarra, segretario del Pd pugliese: «In merito alla battaglia per l'introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale, stiamo lavorando per trovare una soluzione condivisa con il centrodestra per arrivare all'obiettivo. Ribadisco ancora una volta quanto questo punto sia dirimente per l'unione regionale che guido e l'impegno assoluto che stiamo mettendo al fine di adeguare la nostra Regione alla legge 20 del 2016, garantendo così ai pugliesi la possibilità, già alle elezioni di settembre, di esprimere due preferenze di genere diverso».

Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione, dice la sua così: «Non possiamo sapere chi siano 'le autorevoli fonti', rilanciate dalle agenzie di stampa, che anticiperebbero il mancato accoglimento della nostra richiesta di convocazione, entro il prossimo 5 agosto, di una seduta straordinaria del consiglio regionale. È vero che nella conferenza dei capigruppo avevamo stabilito che quella del 28 sarebbe stata l'ultima seduta, ma tutti ci eravamo posti l'obiettivo di arrivare all'approvazione dell'introduzione della parità di genere nella legge elettorale, obiettivo non raggiunto. E per questo appare più che mai necessaria una nuova convocazione dell'assemblea, per approvare unicamente quel punto. Chiunque porrà ostacoli pretestuosi per negarla e impedirla, ne risponderà alla comunità pugliese».

Antonella Laricchia, candidata presidente del Movimento 5 stelle, dice: «Come già ampiamente dimostrato in aula la sola cosa che ci interessa è l'introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale, assieme alla garanzia di liste che rispettino la percentuale prevista del 60- 40 nella presenza dei due generi e non che possano cavarsela pagando una semplice multa. Se questi due punti sono presenti nel testo della legge proposta dal Pd siamo pronti a votarla anche subito. Sia chiaro che non accetteremo blitz per modifiche all'ultimo, come quella per la sospensione dei consiglieri nominati assessori o tentativi di mercanteggiare le percentuali perchè sennò saltano le liste. L'importante è cercare di porre rimedio alla vergogna contro le donne che è andata in scena nello scorso Consiglio regionale, sia da parte della destra che ha presentato 1946 emendamenti pur di non far approvare la norma, che della sinistra fuggita dall'Aula per paura del voto segreto, visto che non si fida di quello che rimane della ormai ex maggioranza. Noi siamo pronti, come lo eravamo martedì: gli altri per ora si sono limitati alle belle parole, come sempre non seguite dai fatti».

«O in una legge votata dal Consiglio, magari convocato per le prossime ore, o un decreto imposto dal Governo, una cosa è certa: la doppia preferenza senza l'inammissibilità delle liste prive di candidati di sesso diverso è come voler raggiungere la luna in bicicletta. Oppure, come sarebbe più esatto, il tentativo dei politici in carriera di usare il genere diverso per farsi trainare - lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, presidente della Commissione regionale bilancio. Si sentono tante cose nel festival di opinioni del giorno dopo, ma tutte imperniate sulla convenienza di chi le pronuncia. La legge sulla doppia preferenza è una scelta politica che, se compiuta, non deve ammettere la possibilità di essere elusa. Se si prevede, infatti, la possibilità di esprimere due preferenze, rigorosamente di genere diverso, si può mai ammettere la possibilità che una lista sia presentata senza uomini o senza donne? Un'ipotesi del genere non realizza il ritorno indiretto alla preferenza unica? Insomma, se si sceglie di introdurre la doppia preferenza di genere non sono ammesse furberie. Anche il sistema comunale, più volte richiamato nel dibattito di questi giorni, prevede la cancellazione progressiva dei candidati in eccesso di un genere, sino alla ricusazione della lista. Non capisco come mai, allora, si provi a sostenere la volontà d'introdurre la doppia preferenza di genere, lasciando in vigore una norma che non preveda l'inammissibilità delle liste prive di rappresentatività dei due generi. E ciò – conclude – vale pure nel caso sia il Governo nazionale ad assumere la decisione».

Da Senso civico - un Nuovo ulivo per la Puglia, dicono: «Il gruppo di "Senso Civico – un Nuovo Ulivo per la Puglia" ha depositato all'ufficio di presidenza del Consiglio regionale una richiesta di convocazione urgente del Consiglio regionale con all'ordine del giorno esclusivamente la votazione sulla doppia preferenza (e quindi senza alcun emendamento tra quelli proposti da maggioranza e opposizioni). Il tutto, anche sulla base di una radicata convinzione riguardante i rischi che comporterebbe – in termini di regolarità – l'applicazione di un decreto del Consiglio dei ministri. Con questa richiesta Senso civico conferma il proprio manifesto convincimento circa la necessità di risolvere in Consiglio regionale – e non altrove - una vicenda che si è incredibilmente trascinata nel tempo. Occorre, però, venir fuori dai tatticismi e, così come proposto nella settima commissione da Senso civico (con il consigliere Pino Romano), procedere con la sola approvazione del punto fondamentale che è proprio quello della doppia preferenza».

Il presidente di Italia in Comune alla Regione Puglia, Paolo Pellegrino: «Il Consiglio regionale sia nuovamente convocato e provveda autonomamente a colmare un vulnus nella legge elettorale: la Puglia deve dotarsi della doppia preferenza di genere, senza indugi e tentennamenti. Come Italia in Comune annunciamo la nostra disponibilità al totale adeguamento alla legge nazionale di riferimento, sia sulla possibilità per ogni elettore di indicare sulla scheda due candidati di ambo i sessi, sia nella composizione delle liste nel rapporto 60/40. Ci soddisfa che nelle ultime ore diverse forze politiche, tanto della maggioranza quanto delle opposizioni, abbiamo rilanciato con forza la necessità di tornare in Aula rinunciando alla mole di emendamenti che nulla hanno a che vedere sul tema del pari accesso tra i sessi alla vita politica regionale. Pertanto ci auguriamo che nelle prossime ore il presidente Mario Loizzo, nelle piene prerogative a lui assegnate, possa convocare una nuova seduta».